Brutalità e "buone maniere", socievolezza aggraziata e gesti feroci: gli eroi dei romanzi arturiani conservano un fondo di selvaggia aggressività. Incentrato sulla rappresentazione della violenza cavalleresca nelle narrazioni anticofrancesi di materia bretone, questo libro isola una serie di motivi precocemente cristallizzati nella topica di genere, ma in pari tempo rinvianti ad un orizzonte extraletterario di modelli etnici e scenari iniziatici per i quali è giocoforza mobilitare, accanto agli strumenti dell'analisi testuale, quelli dell'antropologia, della mitologia comparata e del folklore.