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Pellegrini: Check-in

Tutte le nostre collane

Quando l'Italia perse la faccia. L’orrore giudiziario che travolse Enzo Tortora. Conversazione con Francesco Kostner

Libro: Libro in brossura
editore: Pellegrini
anno edizione: 2023
pagine: 160
"...Nessuno avrebbe potuto mai immaginare che uno dei più amati mattatori televisivi, seguito ogni settimana da milioni di italiani, fosse un delinquente incallito. E che, dietro il suo ammaliante sorriso, celasse un’identità tanto odiosa. Tortora, che fu soggetto ad ogni tipo di umiliazione, a partire da quella di averlo dato in pasto a fotografi e giornalisti, con le manette ai polsi, mentre raggiungeva il mezzo che lo avrebbe condotto in carcere, fu a lungo al centro dell’attenzione mediatica. Difeso solo da pochi, giornalisti e politici, che fin dall’inizio mostrarono seri dubbi di fronte a quanto gli veniva contestato..." (Dalla Prefazione di Salvo Andò). Postfazione di Santo Emanuele Mungari.
15,00 14,25

Il Golpe Borghese quarto grado di giudizio... La leadership di Gelli, il «golpista». Andreotti, i depistaggi della «Dottrina Maletti»

Libro: Libro in brossura
editore: Pellegrini
anno edizione: 2021
pagine: 300
Il 17 marzo 1971, esattamente 50 anni fa, l'edizione pomeridiana di "Paese Sera" e, con maggiore consapevolezza e dirompenza, quella successiva del 18 marzo (immagine in copertina), denunciarono il "Golpe" tentato nel dicembre 1970 dai neofascisti guidati da Junio Valerio Borghese. Un agente del Sid, il capitano Antonio Labruna, aprì un'inchiesta riuscendo a scoprire mandanti ed esecutori. Produsse un "Malloppo documentario" poi però censurato dal suo capo, il generale Gian Adelio Maletti, e dall'allora ministro della Difesa, Giulio Andreotti. Il depistaggio andò in porto e tutti, persino i rei confessi, furono assolti dalla Cassazione. Questo saggio, attraverso un provocatorio "Quarto grado di giudizio", ribalta la "verità giudiziaria" e porta in scena la "verità storica". Dimostra, tra l'altro, che il tentativo di "Golpe" fu pieno e concreto e che coinvolse personaggi di primo piano delle trame politiche di quegli anni, a partire da Giulio Andreotti e Licio Gelli. Gli stessi, con ogni probabilità, dopo aver constatato la defezione dal progetto eversivo da parte dei Carabinieri e degli Usa, furono anche gli autori dei messaggi inviati a Borghese circa la necessità di emanare un "contrordine". Che Borghese emanò immediatamente. Ogni dato è stato ricostruito anche grazie alla documentazione archivistica, spesso inedita, proveniente dal Sid, dalla Commissione parlamentare P2 e dalla Commissione parlamentare stragi. Due sono i maggiori punti innovativi di questa seconda edizione del testo. Il primo risiede nella consapevolezza sulla morte di Borghese, avvenuta in Spagna nell'agosto 1974, alla vigilia del suo rientro in Italia: il "Principe nero" venne molto probabilmente assassinato da chi (armato dagli ambienti andreottiani e da quelli massonici, innanzitutto) temeva le rivelazioni che avrebbe potuto fare alla magistratura. La seconda novità è rappresentata dalla convinzione che il Pci fosse riuscito, nei giorni stessi del "Golpe", a sapere del complotto ma che decise di reagire con estrema cautela facendo trapelare la notizia solo, appunto, il 17 marzo 1971.
16,00 15,20

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