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Pacini Editore: I libri dell’Associazione Sigismondo Malatesta. Studi di letterature comparate

Tutte le nostre collane

Il teatro delle didascalie dal vaudeville a Beckett

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 232
«Il 16 e il 17 novembre 2018, presso il Castello di Torrimpietra, si è svolto il Colloquio Malatestiano Il teatro delle didascalie dal vaudeville a Beckett, a cura di Silvia Carandini, Claudio Vicentini e mia, quattordicesimo appuntamento della sezione dedicata al Teatro e alle Arti dello spettacolo. Tale delimitazione temporale si giustifica con una considerazione che ci è parsa evidente: questa componente dell'apparato paratestuale di un'opera teatrale conosce un considerevole incremento nell'arco di tempo considerato, nella quantità come nella qualità del suo contributo alla definizione di singoli modelli drammaturgici. Si rivela, insomma, un indicatore importante delle mutazioni che accompagnano, fra Settecento e Novecento, il rapporto fra testo e scena. Rispetto all'ambito cronologico indicato dal titolo, la nuova fortuna dell'apparato didascalico è stata però indagata a partire da qualche decennio prima: da quando, cioè, decade l'ostracismo decretato nei suoi confronti dall'estetica del classicismo. Per l'Abbé d'Aubignac, infatti, l'accostamento di una prosa per sua natura scadente ai bei versi dei poeti drammatici rischia di compromettere la bellezza dell'opera. Considerata «voce d'autore», la didascalia contravviene alle drastiche regole classiciste le quali impongono che al dialogo, ed esclusivamente ad esso, competa non solo la comprensione della trama, ma anche la sua capacità di commuovere e stupire. Una sua possibile qualità letteraria non è, nella rigorosa separazione dei generi vi- gente in quel modello estetico, nemmeno contemplata. Ma c'è una ragione più strettamente formale che impone il ricorso alla didascalia: sarebbe un errore, da parte dell'autore, manifestare la sua presenza in un testo nel quale la convenzione stessa lo vuole statutariamente assente…» (Maria Grazia Porcelli)
22,00 20,90

Le maschere del picaro. Storia di un personaggio e di un genere romanzesco

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2020
pagine: 272
«Il concetto di romanzo picaresco o, più categoricamente, di picaresca, per il suo carattere di estrema problematicità, ha dato luogo a numerosi tentativi di definizione nel corso del tempo, coinvolgendo spesso la parte eletta degli studiosi o dei teorici di letteratura, specie di quelli particolarmente attenti all'indagine e alla riflessione sulla letteratura spagnola, come peraltro mostra il recente volume di Juan Antonio Garrido Ardila, "El género picaresco en la crítica literaria", che è per intero dedicato a comporre una puntuale rassegna e un minuzioso scrutinio delle principali proposte critiche rivolte alla comprensione del romanzo picaresco, dagli anni trenta del secolo passato ad oggi. Né è un caso che a suggerire le difficoltà di tale compito definitorio il titolo del capitolo iniziale del libro ricorra all'espressione di “derrotas críticas”, col doppio significato del sostantivo di “cammini o rotte”, ma anche di “sconfitte”, in riferimento alle molteplici proposte di definizione del genere; e che la frase d'esordio del citato capitolo alluda senza giri di parole alla complessità di caratterizzare e circoscrivere il genere: “nonostante la rilevanza che il romanzo picaresco possiede nella letteratura universale, la critica non ha raggiunto un accordo unanime sull'esatta tassonomia capace di definire e di regolarizzare il suo studio”…». (Il Curatore)
22,00 20,90

Il caso e la necessità. Arbitrarietà del racconto e criteri di verosimiglianza tra teoria e storia letteraria

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2020
pagine: 248
Ogni narrazione è un tentativo di costruire una ordinata visione del mondo, fondata su regole sia interne che esterne (coerenza e aspettative dei lettori), le quali conferiscono al racconto un orientamento e una logica, che il titolo di questo volume chiama necessità. Il caso è invece quanto sembra ascrivibile alla libertà creatrice, sembra introdurre elementi immotivati e gratuiti, contribuendo all'effetto di sorpresa di cui ogni narrazione ha bisogno. O forse, è un modo per sostituire alla visione del mondo dominante altre possibili, rivolte al futuro oppure al passato. I saggi qui raccolti spaziano da Aristotele ad Arthur Miller, passando per Shakespeare, Tasso, il Classicismo, il Settecento inglese, Manzoni, la narrativa realistica ottocentesca francese e inglese.
22,00 20,90

Raccontare e conoscere. Paradigmi del sapere nelle forme narrative

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 256
«La questione del contenuto conoscitivo dispensato dalla letteratura rimanda, prima di tutto, ai dispositivi formali del discorso. Quanto scrive Frank Salaün a proposito di Prévost ha un’applicabilità generale: "…il pensiero dell’autore si esprime non a colpi di tesi e di argomenti, ma attraverso la strutturazione stessa del racconto e l’orchestrazione di alcuni temi che sono anche delle domande". Il che non significa che il testo letterario, insieme alle "forme", non esibisca anche dei "contenuti" – sempre problematici e quasi sempre in polemica con i valori ufficiali –, ma solo che il "sapere" di un testo letterario non può prescindere dal lavoro di rappresentazione svolto dalle sue strutture narrative, descrittive e riflessive. Certamente la letteratura, sul piano semantico, può "insegnare" delle cose, può fornire elementi per smascherare, demistificare, denunciare, distinguere. E quasi sempre lo fa, quando è buona letteratura. Dal punto di vista di cosa la letteratura può darci come incremento di conoscenza, almeno nella concezione moderna, resta valido l’assunto secondo cui l’opera letteraria esprime un punto di vista peculiare, nuovo, assolutamente soggettivo (gli occhiali di Proust) e come tale ci obbliga a rivedere il nostro punto di vista più o meno sclerotizzato sul mondo. È in fondo la nozione sklovskijana di straniamento che permette di interrompere una routine percettiva...» (Gianni Iotti)
22,00 20,90

Il pensiero e l’emozione. La rappresentazione del sogno nella letteratura

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2019
pagine: 272
"Proponendosi di ragionare sulle relazioni fra esperienza onirica e creatività letteraria, fra riflessione sul sogno e sua rappresentazione poetica, questo libro - come il Colloquio Malatestiano da cui è nato - affronta un argomento di grande ampiezza e tradizione. Senza, oltretutto, porsi confini temporali. Si sono così rese necessarie scelte non facili: ciascuno dei saggi qui raccolti si è trovato dinanzi al compito di interpretare il tema ragionando su autori e opere salienti della Weltliteratur; tenendo conto di teorie del sogno che vanno dall'antichità classica alla contemporaneità; riservando alla psicoanalisi freudiana l'attenzione che le spetta come punto di svolta nella gnoseologia e nell'ermeneutica del sogno; decidendo se privilegiare una singola disciplina o le intersezioni fra campi di indagine; se restare in un'epoca circoscritta o muoversi attraverso i secoli. Si parla, nel volume, solo di grandi scrittori, da Shakespeare a Balzac, da Cervantes a Svevo. Vengono condotte riflessioni su singoli autori o singole opere, ma anche tracciate linee di ragionamento di maggior sviluppo temporale. In comune i saggi hanno l'intento di ravvisare e delineare, entro la filosofia compositiva di uno o più autori, una poetica del sogno, e di riflettere sulle relazioni fra le due sfere. Un'ulteriore analisi, in più di un saggio, è riservata al dialogo che gli scrittori, attraverso la rappresentazione del sogno, instaurano con gli eventi storici del loro tempo, e con il pensiero filosofico, sociale, religioso." (dall'Introduzione di Andreina Lavagetto)
22,00 20,90

I personaggi minori. Funzioni e metamorfosi di una tipologia del romanzo moderno

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2017
pagine: 232
Il volume raccoglie dieci contributi dedicati alla funzione e al destino del personaggio minore nel romanzo, dal Settecento fino alla narrativa contemporanea. Le proposte teoriche e i casi esemplari qui esposti illuminano la minorità di una categoria dando ragione della sua natura subordinata, ma anche di una inarrestabile carriera nella compagine romanzesca occidentale che ne problematizza lo status sempre più investito, pur in una sostanziale marginalità, dalla dinamicità del moderno.
20,00 19,00

Metamorfosi dei «topoi» nella poesia europea dalla tradizione alla modernità. Volume Vol. 2
22,00

Il piacere del male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000)

Il piacere del male. Le rappresentazioni letterarie di un'antinomia morale (1500-2000)

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
anno edizione: 2018
pagine: 1424
"In tutte le letterature occidentali, com'è ben noto, ritroviamo sin dalle più antiche origini la rappresentazione, in modi e forme diverse, della relazione tra vizi e virtù, tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, etc. Queste antitesi morali e assiologiche raramente assumono nei testi letterari – sin dalla tentazione nella Genesi biblica e nei rischi di perdizione dell'Ulisse omerico (le sirene, Nausicaa, Circe) – una configurazione così manichea che separi radicalmente il bene dal male. Essi si presentano piuttosto in differenti formazioni di compromesso che è valsa la pena di indagare sia in senso diacronico, sia nella loro relazione con la gerarchia degli stili e la divisione storica dei generi letterari. (dalla prefazione di Paolo Amalfitano)
55,00

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