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Libri di T. Griffero

Biografia e opere di Gernot Böhme

Il Me della percezione. Un'autopsia

Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2014
pagine: 176
Chi percepisce sa perfettamente che cosa significa percepire. Ma se ne dimentica non appena cerca di spiegarsi come la percezione sia possibile, finendo così per dubitare del proprio effettivo accesso al mondo. Ma l'uomo non accede al mondo. E non perché questo gli sia estraneo, ma perché non ha bisogno di accedervi, visto che è già comunque nel mondo, coinvolto e implicato da quanto vi si manifesta. Non dubita della presenza di ciò che percepisce, né può sottrarsi a sua volta alla percepibilità. Eppure larghe sezioni della filosofia, della psicologia e delle neuroscienze ignorano colpevolmente questa evidenza, preferendo spiegare la percezione con dei miti: quello del dato (l'uomo è un riflesso del mondo) e oggi soprattutto quello del mediato (si accede al mondo solo attraverso media). Questo testo - il primo disponibile in italiano di Lambert Wiesing, professore di teoria dell'immagine e fenomenologia nell'Università di Jena - ci guida a riscoprire, attraverso una meditazione approfondita senza essere strettamente accademica, una verità elementare: il soggetto non produce la percezione, ma ne è piuttosto il prodotto.
20,00 19,00

Atmosfere, estasi, messe in scena. L'estetica come teoria generale della percezione

Libro: Libro in brossura
editore: Marinotti
anno edizione: 2010
pagine: 284
Perché mai l'estetica dovrebbe occuparsi principalmente, se non esclusivamente, dell'arte? Non dovrebbe invece, spostare l'attenzione dall'arte, e dal "discorso" che se ne fa (ermeneutica e semiotica), alla percezione? E, di conseguenza, dal bello al più generale coinvolgimento corporeo ed emozionale dell'uomo nel proprio ambiente? È proprio nel quadro di una "estetica ecologica" di questo genere, in grado di comprendere (anche criticamente) il processo di estetizzazione diffusa che conferisce alla nostra società il carattere di una "messa in scena", che Gernot Böhme presenta qui, in modo chiaro e originale, i capisaldi di una nuova estetica intesa appunto come percettologia. Interessata ai modi in cui la realtà ci appare e influenza i nostri stati d'animo, la nuova estetica (aistetica) si concentra, allora, da un lato sulle atmosfere, cioè sui sentimenti che, diffusi nello spazio, ci vengono incontro prima di qualsiasi percezione specifica e della distinzione stessa tra soggetto e oggetto, dall'altro sul cosiddetto "lavoro estetico", vale a dire sul modo in cui si possono generare professionalmente tali atmosfere. Quest'opera di Böhme si rivela perciò particolarmente utile a chi si occupa di estetica non solo teoricamente ma anche praticamente, non da ultimo perché reinterpreta i problemi tradizionali dell'estetica alla luce di un'acuta analisi critica dei processi spesso occulti di manipolazione (politica, mediatica, pubblicitaria) della nostra sensibilità.
26,50 25,18

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