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Libri di Giovanni Raspini

Biografia e opere di Giovanni Raspini

Gioielli da una Wunderkammer-Jewellery from a Wunderkammer

Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2020
pagine: 184
«Che cosa cerchiamo in un oggetto d'oro o d'argento, in qualcosa di così bello, di così prezioso, di così inimmaginabile da obbligarci a chiamarlo con una parola, 'gioiello' che purtroppo pronunziamo ormai con troppa disattenzione, con leggerezza talmente riprovevole da averla trasformata in qualcosa di banale o di lezioso? "Questi sono i miei gioielli": è la ben nota esclamazione della saggia, sobria, fiera Cornelia presentando i suoi figli, i Gracchi, avviati a una storia luminosa e terribile. Ma la 'gioia', il 'gioiello', è qualcosa d'ineffabile: ed è veramente un delitto umiliarlo sino a farne una parola comune, magari perfino volgare, sia pure quando indica un oggetto prezioso. Perché la gioia, quella vera, è appunto ineffabile a sua volta. Facciamoci spiegare che cosa sia davvero lo stupore, la meraviglia, l'inesprimibile. Ecco qua: è Ariel, la regina degli spiriti dell'aria, a spiegarcelo nella seconda scena del primo atto della Tempesta di Shakespeare: "A cinque tese sott'acqua tuo padre giace. Già corallo son le sue ossa Ed i suoi occhi perle. Nulla di lui era destinato a perire, ma il mare lo ha trasformato In qualche cosa di ricco e di strano"...» (Dalla Presentazione)
32,00 30,40

Milano mood portrait

Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2019
pagine: 158
"… Milano è la fotografia [...] Milano mastica la foto da primo della classe. È lei la capitale. Tutto il resto è periferico, peggio, provinciale. [...] Volevo fare una mostra di foto e volevo che il protagonista fosse Milano. Offro all'attenzione del lettore una cornucopia di immagnii forti e delicate, crude e sognanti, in tutte le gradazioni della scala dei grigi, dei dolci, dei salati, dei segni e dei sogni."
32,00 30,40

Vanitas mundi. Gioielli, oggetti, arredi e dipinti. Una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch

Libro: Libro rilegato
editore: EDIFIR
anno edizione: 2017
pagine: 158
"Non è facile sorprendere oggi. Giovanni Raspini ci riesce: è un artista gotico". Con queste parole Philippe Daverio introduce l'argentiere e designer toscano Giovanni Raspini, fondatore dell'omonimo brand di gioielli e oggettistica per la casa. Cosa sono oggi le Vanitas, forse un tema macabro, polveroso, spettrale? Neanche per sogno, visto che per l'argentiere toscano il “memento mori” diventa motivo per celebrare la vita, per cantare gli anni felici e spensierati proprio attraverso la metafora artistica e naturale della morte. Così il ghigno del teschio diventa un sorriso ironico e le ombre diventano luce. Un teschio riletto in chiave Pop, in chiave Rock, all'insegna del glamour neogotico contemporaneo. Ecco collane fatte di serpi, orecchini scheletrici, sedie con gli scorpioni, mini-vanitas composite, specchi allegorici e candelabri coi pipistrelli. Simboli dell'eternità come le tartarughe, i vermi e le conchiglie accostati a sentinelle dell'effimero quali i fiori secchi, le ragnatele o le farfalle. Gioielli, oggetti, arredi, dipinti: queste e molte altre suggestioni presenti in questa pubblicazione a corredo della grande mostra che Giovanni Raspini ha inaugurato a Palazzo Visconti in Milano, tappa iniziale di un importante tour europeo. Farsi attraversare dallo stupore dell'esistenza, ovvero Vanitas Mundi (Una danza macabra fra ironia, glamour, gotico e kitsch). Il catologo della mostra offre un bouquet di ispirazioni che partono da elementi simbolici, scaramantici, apotropaici e surreali per giungere puntuali a quello che è il piatto forte di Giovanni Raspini: il modellato plastico, la scultura in cera che diventa argento o bronzo, con decori e inserimenti in pietra, corallo, cera, legno o resina. Molti, naturalmente, i riferimenti alle wunderkammer, ai Naturalia et Mirabilia, alle nature morte fiamminghe e alle scenografie barocche. E non potrebbe essere diverso. “Vanità delle vanità, tutto è vanità”, recita l'Ecclesiaste. “Cerchiamo la meraviglia, la bellezza e la vita”, risponde Giovanni Raspini. Sic transit Vanitas Mundi.
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