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Libri di Flavio Tranquillo

Biografia e opere di Giorgio Barbareschi

Giannis Antetokounmpo. Il dio greco del basket. La biografia

Giannis Antetokounmpo. Il dio greco del basket. La biografia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2022
pagine: 213
«Con la quindicesima scelta nel draft NBA 2013, i Milwaukee Bucks scelgono... Giannis Antetokounmpo! Da Atene, Grecia. La sua ultima squadra è stata il Filathlitikos.» Quando il commissioner della NBA David Stern pronuncia queste parole, il 27 giugno 2013 al Barclays Center di Brooklyn, New York, molti sono tentati di pensare che la parabola di Giannis Antetokounmpo, un diciottenne di origini nigeriane costretto a vivere la sua infanzia da clandestino a Sepolia, quartiere popolare della periferia nordoccidentale di Atene, sia giunta a un lieto fine, a una chiusura del cerchio. Ma è solo l’inizio. Il punto di partenza, e non di arrivo, della vicenda di uno dei giocatori più dominanti che l’NBA abbia mai visto calpestare il parquet dei campi di gioco. Una storia che i giornalisti sportivi Daniele Fantini e Davide Fumagalli ripercorrono nella sua interezza, in un racconto entusiasmante e ricco di aneddoti e dettagli. Una storia che affonda le sue radici lontano da Milwaukee, la fredda città del Wisconsin dove Giannis è diventato leggenda trascinando i Bucks alla conquista di un titolo che si faceva attendere da cinquant’anni. Una storia che tocca tre continenti: che comincia in Africa, si sviluppa in Europa ed esplode nell’epopea del sogno americano. «La storia del primo greco a vincere non uno, ma due titoli di MVP della NBA. Il primo greco a trascinare una franchigia d’oltreoceano alla conquista di un anello. L’uomo che rappresenta l’incarnazione della crescita, del trionfo e del successo, contro ogni pronostico.» Prefazione di Flavio Tranquillo.
17,90

Bisogna saper perdere. Le dieci sconfitte più incredibili, epiche e devastanti della storia dello sport

Libro: Libro in brossura
editore: Ultra
anno edizione: 2020
pagine: 160
Perché nessuno si sognerebbe mai di disprezzare il secondo uomo più ricco del mondo e la seconda donna più bella del mondo, mentre è così facile definire beffardamente “il primo degli ultimi” chi arriva secondo in un campionato, una corsa o una qualsiasi sfida sportiva? Nel mondo dello sport perdere è visto troppo spesso come qualcosa di cui vergognarsi, dimenticando che vittoria e sconfitta costituiscono due lati della stessa medaglia. Lo sport va affrontato con l’obiettivo di primeggiare, ma questo non significa che i vinti debbano essere considerati dei perdenti. Anche perché le sconfitte non sono tutte uguali. C’è chi ha vinto quasi tutto ma ha mancato proprio l’appuntamento più importante (l’Italia della pallavolo) e chi invece ha perso praticamente sempre (il ciclista Raymond Poulidor). C’è chi ha collezionato una serie di rovinose cadute ma non ha smesso di rialzarsi (i Buffalo Bills del football americano) e chi dopo quasi quarant’anni ancora non riesce ad accettare il risultato del campo (gli Stati Uniti del basket). C’è chi ha vinto tanto, ma viene comunque ricordata come perdente (la tennista Jana Novotna) e chi ha preferito la sportività alla vittoria (il saltatore Luz Long). C’è chi è stato dominato dalla paura nel momento decisivo (il golfista Jean Van de Velde) e chi ha perso per la propria arroganza (il pugile Mike Tyson). Infine, c’è chi ha dovuto subire il lato malato dello sport (il tifoso di baseball Steve Bartman) e chi invece attraverso una partita ha scoperto un mondo diverso (la Nazionale di calcio del Montserrat). Le sconfitte sul campo rappresentano i fallimenti che incontriamo nella vita di tutti i giorni, ma i risultati negativi non sono lo specchio di ciò che siamo come persone. Piuttosto lo è il modo in cui reagiamo a essi: se arrendendoci alla prima difficoltà oppure rialzandoci e riprovando a vincere con ancor maggiore determinazione. Prefazione di Flavio Tranquillo.
15,50 14,73

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