Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2014
pagine: XXVIII-388
"La qualificazione civilistica dei contratti derivati, e in particolare degli swap, è oggetto di numerosissime pronunce della giurisprudenza. Si susseguono anche sentenze penali ed amministrative. La maggior parte delle vicende processuali non è conclusa. Il tema è quindi vivissimo. Eppure la giurisprudenza è, tutto sommato, sola. Perché la dottrina si è attardata, e si attarda, su questioni letteralmente estranee al tema, prima fra tutte l'efficacia della c.d. dichiarazione autoreferenziale di "operatore qualificato", considerata, misteriosamente, come la cartina di tornasole per stabilire se uno swap è buono (lo è, se l'investitore ha sottoscritto di essere "qualificato") o cattivo (se l'investitore non si è dichiarato "qualificato"). Il Quaderno ha invece l'ambizione di affrontare a viso aperto il tema, con il contributo di studiosi del diritto civile e del diritto commerciale, senza trascurare contributi di natura pubblicistica e tributaristica. Le opinioni sono spesso divergenti, ma i contributi sono tutti estremamente approfonditi perché esaminano, in radice, gli aspetti che davvero contano se ci si vuol mettere, come è compito del giurista, nell'ottica di comprendere i fenomeni, prima di avanzare improvvisate proposte in chiave puramente rimediale e se si vuole evitare la genericissima, e per nulla scientifica - prospettiva dell'alternativa secca tra "liberalismo" o "paternalismo". Cosa sono gli scenari probabilistici? Cosa è il mark to market? Cosa sono i c.d. costi impliciti? Che senso ha distinguere tra distribuzione qualitativa dell'alea e media ponderata delle distribuzioni di probabilità? Cosa si intende quando si distingue tra scopo di copertura e scopo speculativo ? Perché l'intermediario finanziario, all'alba del terzo millennio, è il nuovo titolare di un ufficio di diritto privato? Quali sono i caratteri dell'ordine pubblico di direzione; di protezione nella materia dell'intermediazione finanziaria? Gli swap presentano una causa socialmente tipica? Presentano tratti strutturali tendenzialmente omogenei? Sono meritevoli di tutela? Entro quali limiti? È utile la prospettiva della c.d. causa in concreto? Le risposte a queste domande sono molteplici, ma la sensazione, molto forte, è una sola, ed è una vecchia e nobile sensazione: anche in finanza, il diritto non può lasciare il campo libero alla tecnica."