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Franco Angeli: Storia e storiografia dell'architettura e della città

Tutte le nostre collane

Avenue of the Americas. New York, biografia di una strada

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2021
Nella serie di identità consolidate che caratterizzano le grandi Avenues di Manhattan – l’eleganza aristocratica di Park Avenue, la vitalità lussuosa di Fifth, la mondanità frenetica di Broadway – la peculiarità di Sixth Avenue rappresenta una singolare eccezione, che si può interpretare solo con un affondo nella sua storia. La Sesta strada si colloca come una tela su cui molteplici razionalità hanno proiettato in tempi diversi immaginari e progetti, a volte più tecnici a volte più retorici. La sua identità sta nella sua metamorfosi, da retrobottega di Midtown bordato di edifici residuali a “New York’s Prestige Address” su cui si allineano il Rockefeller Center e i grattacieli di SOM, Emery Roth and Sons, Harrison & Abramowitz e perfino Eero Saarinen. Nel corso del Novecento la Sixth Avenue diviene un catalizzatore di interessi e idee di trasformazione, un vero e proprio laboratorio con cui si misurano alcune delle figure più rilevanti della élite professionale newyorkese e non solo. Il saldarsi di alleanze tra poteri rappresentati da Robert Moses, Fiorello La Guardia e Nelson Rockefeller spiana la via a un’operazione unica di valorizzazione immobiliare e finanziaria investita del valore ideologico di simbolo, per la città e per il mondo. L’operazione di urban renewal assume una scala mastodontica, tenuta saldamente insieme da una retorica nazionalista che lascia al luogo il panamericano sottotitolo di Avenue of the Americas. Attraverso carte e documenti spesso inediti, emersi in un vasto lavoro d’archivio, questa prima biografia della strada restituisce una storia trasversale sulla “città delle quantità”, dove lo spazio è terreno di scambio e di conflitto, deposito di pratiche diverse, testimonianza di una stratificazione di intenzionalità e azioni. Nella mise en intrigue uno sguardo privilegiato è rivolto alla complessa rete dei protagonisti degli investimenti immobiliari, delle politiche e della cultura professionale che si alternano sulla scena, prendendo parte alla narrazione e alla costruzione della città. La Sixth Avenue costituisce in questo senso un potente condensatore di storia politica e architettonica che intercetta diverse stagioni della pianificazione di New York, offrendo una lente attraverso cui rileggere alcuni dei momenti più significativi della cultura urbana nordamericana. Prefazione di Richard Plunz.
39,00 37,05

Per una nuova monumentalità (1937-1956)

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 308
La questione di una “nuova monumentalità”, individuata da storici e progettisti come Gregor Paulsson e Peter Meyer, nasce e muove i primi passi in Europa prima del secondo conflitto mondiale. Tuttavia è negli Stati Uniti, dove approdano i suoi promotori in cerca di rifugio, che il dibattito si accende veramente. Lo scontro negli anni ’40 tra Sigfried Giedion e Lewis Mumford rappresenta l’esito editoriale più evidente oltre che l’apice della discussione. Giedion promuove una “Nuova Monumentalità” (1943) dal carattere multidisciplinare in numerose pubblicazioni e nelle riunioni dei CIAM; Mumford, invece, nega la possibilità di un monumento moderno (1937), sottolineando come la questione stia minando la stessa ideologia modernista, sempre più lontana dal funzionalismo delle sue origini. Il volume presenta una ricerca condotta su fonti in gran parte inedite, utile a far luce su vicende solo parzialmente note la cui portata è riconoscibile in un’intera stagione dell’architettura moderna. Un saggio dedicato a docenti, studenti e ricercatori con un particolare interesse verso la storia e la teoria dell’architettura della prima metà del XX Secolo e i suoi principali protagonisti.
39,00 37,05

Alberto Sartoris attraverso «Gli elementi dell'architettura funzionale». Genesi e fortuna critica di un libro

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 198
Alberto Sartoris (1901-1998) architetto, teorico e critico dell’architettura italo-svizzero pubblica, nell’aprile del 1932, il libro che lo ha reso celebre in tutto il mondo, Gli elementi dell’architettura funzionale. Sintesi panoramica dell’architettura moderna, edito da Ulrico Hoepli. Destinato a diventare un classico della letteratura architettonica, il libro di Sartoris viene considerato dalla critica dell’epoca come un imprescindibile strumento di formazione per intere generazioni di studiosi ed architetti, soprattutto grazie al potenziale comunicativo offerto dalla struttura dell’apparato iconografico pubblicato. Il presente volume, oltre ad indagare la genesi che ha portato alla pubblicazione dell’opera di Sartoris, vuole comprendere il suo articolato processo di realizzazione ed approfondire le vicende legate alle ragioni del suo successo attraverso gli effetti in termini di ricezione che Gli elementi, nelle sue tre edizioni, ha esercitato fra i lettori di tutto il mondo. Incrociando fonti archivistiche inedite, questo volume vuole inoltre approfondire le attività mirate all’affermazione della fama abilmente costruita da Sartoris nell’arco di circa un trentennio e venutasi a creare a seguito della costruzione di una fitta rete di contatti e di relazioni sociali. Attraverso la pubblicazione de Gli elementi, Sartoris inizia a definire una specifica iconografia legata alla sua figura che lo accompagnerà nel corso di tutta la sua carriera: con il suo libro, egli ha avuto infatti il merito di cristallizzare la cultura architettonica dell’epoca, attraverso la diffusione mirata e capillare a livello internazionale delle sue imprese editoriali.
27,00 25,65

Quatremère de Quincy e l'«Encyclopédie méthodique». La storia dell'architettura tra erudizione e teoria

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 298
“Sì, questo nome di ‘storia’ è stato una grande pensata e ha prodotto il grande effetto di svalutare il metodo ristretto degli antiquari che vedevano i fatti e gli oggetti soltanto l’uno dopo l’altro, senza preoccuparsi del loro legame”. Con questa formula chiara e tagliente Quatremère de Quincy nel 1820 sintetizza l’insegnamento tratto dalla lezione metodologica degli scritti di Winckelmann, al quale attribuisce il merito di avere fondato un discorso storico sull’arte in grado di spazzare via le sterili successioni cronologiche e descrittive dell’erudizione antiquaria. Una struttura argomentativa di tipo ‘storico’, sviluppata in un discorso che si vuole unitario e organico, è tuttavia leggibile negli scritti di Quatremère già a partire dalle sue prime pubblicazioni. Ne sono un caso paradigmatico i tre volumi sull’architettura, pubblicati tra il 1788 e il 1825, dell’Encyclopédie méthodique, la grande impresa editoriale che chiude il secolo dei Lumi. Leggere la Méthodique, trascurata dalla gran parte della letteratura su Quatremère, significa tornare a quello che rappresenta il luogo della sistematizzazione del sapere di colui che diverrà il noto quanto contestato secrétaire perpétuel dell’Académie des Beaux-arts, per il quale l’Italia occupa fin da subito un ruolo centrale. Significa, inoltre, tornare a uno dei momenti fondativi per la ‘storia’ dell’architettura come forma di sapere in cerca della propria autonomia e delle proprie regole disciplinari. Più in generale, la ricerca ostinata e raffinata, da parte di Quatremère, della legittimità dell’architettura rappresenta un contributo tuttora esemplare nella riflessione sullo statuto della disciplina, sulla sua storia e sul loro reciproco rapporto.
37,00 35,15

Paris les Halles. Storia di un futuro conteso

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 210
Il quartiere delle Halles di Parigi ha cambiato radicalmente la sua faccia più volte nella seconda metà del Novecento. Dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta i padiglioni in ferro e vetro dei mercati generali hanno lasciato il posto al nodo infrastrutturale immaginato da De Gaulle, poi al giardino di Giscard d'Estaing e infine al sistema di servizi pubblici di Jacques Chirac, tracciando un percorso eccezionale. Quali sono le radici di queste continue trasformazioni? E quali le idee di città che le guidano? Quali meccanismi sono stati messi in atto per cambiare il volto del centro di Parigi? Il tentativo di risposta a queste domande è una storia colma di personaggi di cui si fa fatica a riconoscere i volti, nascosti sotto pile di lucido per disegni e faldoni stenografati di rapporti dei consigli comunali. In primo piano restano così i documenti e i progetti, a centinaia, attraverso i quali questi personaggi raccontano professionalità e intenzioni, a volte mostrandosi, più spesso celandosi, dietro una moltitudine di acronimi. Il récit delle Halles diventa anche un mezzo per leggere i paradigmi urbani a cui era affidato il compito di trasformare l'intera Parigi. I progetti per le Halles si rivelano così come prove generali di futuro, in cui conflitti e negoziazioni investono tutti i livelli della vita pubblica. Attraverso prove ed indizi, risultato di un'indagine d'archivio, questo libro offre un'interpretazione del processo di trasformazione delle Halles, nel tentativo di fornire qualche elemento per leggere le trasformazioni urbane contemporanee.
27,00 25,65

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