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Franco Angeli: Biblioteca di storia

Tutte le nostre collane

L'antichità della Nazione. Il mito delle origini del popolo italiano dal Risorgimento al fascismo

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 244
Nella cultura politica italiana la lettura della storia nazionale sotto il segno dell’insufficienza democratica si è sempre affiancata a quella che, invece, ne valorizza il richiamo ai valori risorgimentali. Il libro cerca altra strada per misurare ampiezza e limiti del processo di nazionalizzazione, leggendo come, tra Otto e Novecento, il ricorso al tema dell’autoctonia delle sue genti informasse lo stereotipo dell’identità italiana. In tutta Europa l’Ottocento politico favorì un forte interesse per il tema dell’antichità delle nazioni. L’Italia del Risorgimento non fece eccezione e sin dagli anni napoleonici si confrontarono due letture tra sé contrapposte: d’un lato chi, come Vincenzo Cuoco, parlò di unità etnica, dall’altro quanti, sulla traccia di Giuseppe Micali, puntarono sul solo comun denominatore culturale. Questo differente approccio alle origini della nazione – una sola per Cuoco, plurima per Micali – ha informato tutta la cultura politica italiana fino al fascismo e il libro ripercorre i molti interventi che da angoli differenti e d’ordine politico opposto tornarono su una posizione come sull’altra per trovare conferma oppure solo conforto alle diverse proposte circa l’identità della nazione. Questa discesa per i meandri del sapere antiquario e poi delle discipline storico-antropologiche consente di tornare sulla storia culturale dell’Italia tra Otto e Novecento da un angolo poco esplorato attraverso il quale individuare dove, come, quando (e soprattutto perché) il movimento nazionale abbia conosciuto una drammatica involuzione.
29,00 27,55

L'autunno delle civiltà. Carroll Quigley e le origini della World History

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
pagine: 214
Carroll Quigley (1910-1977) occupa nella storia della storiografia un posto non commisurato all’originalità del suo pensiero, che fa di lui una figura di transizione dalla Universal History di impronta toynbiana all’attuale World History. La sua produzione scientifica è caratterizzata da una prospettiva di lungo periodo, che guarda al dispiegarsi delle civiltà sottolineando quanto vi è di comune nei loro modelli di sviluppo. Nella concreta pratica di docente e di ricercatore, Quigley si propose di superare gli steccati disciplinari, per offrire un’interpretazione della storia globale che rendesse ragione della sua straordinaria complessità. Giuristi, economisti e sociologi come Frederic Maitland, Vilfredo Pareto, Joseph A. Schumpeter, Thorstein Veblen sono solo alcuni degli studiosi dalle cui opere egli attinse per rielaborarle creativamente nel proprio sistema. I cinque capitoli in cui il libro è suddiviso prendono in esame altrettanti aspetti del pensiero di Quigley: l’innovativa metodologia di ricerca fondata sull’individuazione di paradigmi generali applicabili a tempi e luoghi diversi; la rilettura del profilo culturale della civiltà occidentale, fondata sul concetto di “inclusive diversity”; il tema delle relazioni internazionali, svolto affiancando la storia militare alla geopolitica; il problema dell’equilibrio tra stato, comunità e individui come strumento analitico con cui rinnovare la tradizionale storia politica; e infine l’intreccio, a livello globale, tra politica, economia e finanza. Il suo racconto della storia globale, dominata dal capitalismo finanziario a cavallo tra Otto e Novecento, apre degli squarci sulla nostra contemporaneità che Quigley ci invita a leggere con le sue feconde categorie interpretative.
27,00 25,65

Calabria ribelle. Tommaso Campanella e la rivolta politica del 1599

Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 356
Nel 1598, tornato in Calabria, Tommaso Campanella mette a punto un programma ideologico-politico antiasburgico, volto a fondare una “repubblica comunista e teocratica”, che verrà presto schiacciato per la denuncia dei suoi accusatori. Il volume contestualizza la rivolta nel quadro della grave crisi di fine XVI secolo e valuta lo straordinario credito presso ampi strati sociali arriso al suo promotore grazie alle sue accese prediche sulla “fine del mondo e della renovatione” del secolo, sulle aspettazioni apocalittiche e millenaristiche. Mediante una minuziosa cronaca degli eventi del moto, del processo politico, di quello religioso e della lunga detenzione inflitta al Campanella, mostra come la rivolta del 1599 in Calabria fosse espressione di una ramificata sollevazione antispagnola e antifeudale, dotata di un suo concreto fondamento, che non la confinava ad un contesto puramente profetico. Una congiura la cui portata politica e sociale è rimasta a lungo inesplorata proprio perché stroncata sul nascere.
35,00 33,25

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