Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Ombre Corte

Tutti i libri editi da Ombre Corte

Il testo del crimine. L'antisemitismo e i Protocolli dei Savi Anziani di Sion

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2025
pagine: 125
I "Protocolli dei Savi di Sion", il falso più famigerato della letteratura mondiale, è stato il testo fondamentale dell'antisemitismo, non solo di quello nazista. I "Protocolli" sono suscettibili di diverse chiavi di lettura. Intanto presentano una visione cospirazionista della storia: questa è il risultato di un complotto organizzato dagli ebrei per instaurare la loro tirannide mondiale. Questa visione intercetta il disagio di vasti settori di società davanti a una storia che si abbatte con i suoi disastri (crisi economiche, guerre, rivoluzioni ecc.) sulla vita degli uomini. Compito del testo è quello di trasformare il disagio in angoscia davanti alle vicende storiche. Proprio per questo, il cospirazionismo dei "Protocolli" può essere interpretato quale visione razziale del pessimismo culturale che ha attraversato il Novecento; ma, al tempo stesso, presenta una risposta alla crisi dei valori e all'affermarsi del nichilismo. Il cospirazionismo antisemita presenta, infine, un'immagine mitica dell'ebreo: come a dire che quel mito è piegato per razionalizzare una storia vista fino ad allora come enigma che schiaccia gli uomini.
13,00 12,35

La santa canaglia. Etnografia di militanti politici di banlieue

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 345
L’immagine terrorizzante delle periferie francesi come ghetti urbani in preda a interminabili guerre intestine è funzionale alle autorità politiche per proporre “soluzioni” come la politique de la ville o il “Piano Marshall per le banlieues”. Le banlieues paiono non avere diritto a un esame minuzioso, oggettivo, meditato sul piano politico e mediatico oltre che, cosa forse più grave, sul versante della ricerca sociale. Eppure, il movimento collettivo politico di banlieue e il suo repertorio d’azione sembrano aver fatto scuola. L’acuirsi della crisi economica ha catapultato al centro della scena in tutta Europa un vasto proletariato giovanile metropolitano di cui nessuno oggi osa negare l’esistenza e la progressiva estensione. L’autore di questa ricerca “militante”, svolta nelle periferie parigine, analizza le caratteristiche che contraddistinguono il movimento collettivo politico di banlieue oggi. Dall’eredità del passato di rivolta più e meno recente alle prospettive future, ciò che emerge dalle interviste e dagli interventi assembleari a cui il volume dedica un’ampia sezione è un quadro sorprendente che, a dispetto di gran parte delle teorizzazioni sociologiche degli ultimi quarant’anni, ci parla ancora di impegno, solidarietà e lotta di classe. Perché la banlieue è appunto il luogo di concentrazione dei figli della classe operaia, dei proletari e dei sottoproletari: uno spazio che, in una fase di crisi sistemica del capitalismo, diventa l’ultima frontiera del controllo sociale e, simultaneamente, della possibile rivolta sociale, rifugio di un capitalismo in crisi e dei suoi poteri ancillari e avanguardia di nuove schiere di proletari pronte all’azione. “L’autore, e qui sta il vero ‘segreto’ del libro, compie un’operazione molto semplice: osserva il popolo di banlieue non come l’‘altro’ bensì come uno dei tanti ‘noi’ che popolano le metropoli imperialiste. Un passaggio apparentemente banale ma che, se posto a confronto con le varie narrazioni della e sulla banlieue, assume i tratti di una vera e propria rivoluzione copernicana” (dalla Prefazione di Emilio Quadrelli).
25,00 23,75

Fuorigioco. Figli di migranti e italianità. Un’etnografia tra Milano, Addis Abeba e Londra

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 183
“Nel calcio, quando viene rilevato un fuorigioco, si è sottoposti a sanzioni. Ma la metafora calcistica è quantomai utile se applicata a figli di migranti messi continuamente altrove, trasferiti in un’area di nessuno, epurati dalle appartenenze che pure hanno. Giuseppe Grimaldi costruisce un’indagine etnografica che parte proprio dalle parole e dai comportamenti quotidiani e che, oltre al non detto, mostra le regole sociali e giuridiche vigenti, fino a introdurci a quell’armamentario simbolico a cui queste persone sono “costrette” per declinare le loro vite. Si tratta infatti di una condizione che viene loro imposta, in modo da metterli e tenerli fuorigioco, fuoriposto, fuoriluogo. Solo che tutto questo innesca anche un gioco sociale, una pratica delle rappresentazioni, un sistema performativo in cui sono proprio le cosiddette “seconde generazioni” a ritagliarsi uno spazio, un ruolo e una collocazione sociale ben precisa. E per raccontarlo si inseguono qui biografie e carriere, genealogie e generazioni, si confrontano procedure materiali e elaborazioni rituali di giovani italiani di origine etiope ed eritrea, spostandosi dai paesi di origine dei genitori (Addis Abeba) allo spazio di transito milanese di Porta Venezia lungo la rotta mediterranea fino a Londra. Tanti i fantasmi che vengono evocati: dal colonialismo rimosso all’attuale black mediterranean… Ed è proprio tra quel passato che gli italiani non hanno digerito e gli orrori del presente che la folla di attori che riempiono le pagine di questo libro riescono ad essere riconosciuti per ciò che sono, italiani“ (Stefano De Matteis). Prefazione di Gennaro Avallone.
16,00 15,20

«Rosso Banlieue». Etnografia della nuova composizione di classe nelle periferie francesi

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 477
“Rosso banlieue” come capovolgimento del mito tipicamente socialdemocratico della banlieue rouge, ma non solo. Rosso come il colore del sangue proletario che sporca quotidianamente l’asfalto delle periferie, effetto delle cosiddette “bavure” poliziesche. Una mattanza che assume i contorni di una vera e propria guerra civile strisciante. Rosso come il colore degli incendi che si scorgono sullo sfondo delle periferie ogni volta che la rabbia a lungo repressa e la consapevolezza dell’inutilità della protesta “democratica” sfociano in aperta lotta di classe. Rosso, infine, come tentativo di riportare al centro del dibattito la questione sociale, nella misura in cui alle banlieues ci si riferisce esclusivamente con quel lessico postmoderno che, al di là delle angolazioni, richiama senza sosta presunte questioni “razziali”. Che si affronti il tema banlieue in termini di multiculturalismo, comunitarismo, ghettizzazione, integrazione, essenzialismo, il problema pare risiedere sempre nel colore della pelle e mai nell’appartenenza di classe dei suoi abitanti. Rosso come volontà, in definitiva, di rimpiazzare la posticcia divisione cromatica blanc/black/beur con un’immagine – un colore – che racchiude il sentire profondo delle periferie, connotato da una limpida coscienza di classe che fa tabula rasa delle beghe etno-razziali per riportare al centro dell’attenzione il tema del lavoro e dello sfruttamento. Prefazione di Pietro Saitta.
29,00 27,55

Razzismo, colonialismo e mitologie bianche. La storia rubata di Grande Zimbabwe

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 222
In questo libro si ricostruisce la storia delle interpretazioni coloniali di Grande Zimbabwe, il più grande sito in pietra dell’Africa subsahariana. Da questa “storia delle storie false” emergono le diverse forme materiali e simboliche della sua appropriazione all’interno della storia dei coloni bianchi e della corrispondente negazione della sua appartenenza alla storia indigena. Tale ricostruzione si snoda lungo l’intera storia della colonia di Rhodesia (oggi Zimbabwe), dove il sito si colloca, da prima della conquista fino agli anni immediatamente precedenti la decolonizzazione, spaziando dalla “riscoperta” europea da parte di Karl Mauch nel 1871 fino all’estremo tentativo di Robert Gayre di negare l’ormai dimostrata origine locale del sito nel 1972 e oltre, fino alle più recenti, peculiari interpretazioni ufologiche fiorite dopo la decolonizzazione. Le complesse, benché del tutto false, interpretazioni coloniali del sito nella loro successione storica diventano così uno specchio in cui leggere le trasformazioni culturali, sociali e politiche che investono la Rhodesia, insieme al vicino Sudafrica, nel corso di circa un secolo, insieme alle diverse configurazioni materiali e discorsive assunte dalla “razza”, la storia e la civiltà come strutture centrali del colonialismo, in un continuo intreccio con la storia transnazionale della colonizzazione dell’Africa, del razzismo scientifico e del suprematismo bianco. Attraverso questo caso di studio, e mediante la costruzione di un adeguato apparato teorico radicato nella concretezza del caso specifico, diviene così possibile trarre alcune conclusioni riguardo ai più generali fenomeni della negazione della storia e delle civiltà africane nella storiografia europea, del colonialismo d’insediamento e del razzismo coloniale.
19,00 18,05

Marxismo ed ecologia. Origine e sviluppo di un dibattito globale

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 206
Spesso si ritiene che il pensiero e la pratica ecologista non abbiano nulla a che fare con il marxismo, per lo più associato a una frettolosa lettura della sua teoria dello sviluppo delle forze produttive. Ebbene, il lavoro di Bergamo mostra non solo che il pensiero marxiano è compatibile con le istanze dei movimenti contro il cambiamento climatico, ma che è anche necessario per pensare a una trasformazione radicalmente “ecologica” della civiltà e del nostro essere nel mondo. Presentando per la prima volta in modo organico al lettore italiano gli autori principali dell’ecomarxismo – Paul Sweezy, Herbert Marcuse, Richard Levins, Richard Lewontin, Ted Benton, André Gorz, James O’Connor, Alfred Schmidt e Neil Smith –, il libro ripercorre la genealogia e le tappe dell’incontro tra ecologia e marxismo, tracciando le coordinate principali di un dibattito le cui radici affondano negli anni Sessanta. All’interno di questo dibattitto, un’attenzione particolare è rivolta a quattro dei suoi protagonisti fondamentali: John Bellamy Foster, con la sua rielaborazione della teoria della “frattura metabolica”; Paul Burkett, con sua “teoria ecologica del valore”, Jason W. Moore, fondatore della teoria dell’ecologia-mondo; Andreas Malm, ideatore della “teoria del capitale fossile”. La ricostruzione degli esiti contemporanei di questo dibattito evidenzia inoltre tre nodi tematici attorno ai quelli esso si sviluppa: l’ontologia, l’economia e l’Antropocene, che l’autore analizza puntualmente. Il volume si presenta dunque come una sorta di guida-critica al complesso universo dell’ecomarxismo, di cui ripercorre le origini e lo sviluppo, analizzando i nodi teorici e politici al centro di un confronto globale che, anche per i suoi riflessi pratici, meriterebbe di essere maggiormente seguito nel nostro paese.
18,00 17,10

Decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2020
pagine: 170
Nell'opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d'interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell'indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l'ostinazione di chi aveva scritto "Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo", nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell'epoca. La sua è urìar-cheologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un'etnologia critica dell'Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l'etnopsichiatria e l'antropologia mèdica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell'immigrato, Yeconomia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è "impossibile guarire" in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l'enigma politico della differenza, della malattia e della cura.
18,00 17,10

Antropocene o capitalocene? Scenari di ecologia-mondo nella crisi planetaria

Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 160
Che i drammatici cambiamenti climatici degli ultimi decenni siano dovuti alle emissioni antropogeniche di gas serra è un fatto acclarato, che non suscita serie controversie se non da parte di qualche sparuta setta negazionista. Quali siano le conseguenze di tale situazione è invece oggetto di discussione. Sempre più spesso si sente parlare, nei circoli accademici ma anche sui mass media, di "Antropocene". Il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen, che ha coniato il termine, intende con esso una nuova era geologica in cui le attività umane sono diventate il fattore determinante, decretando così la fine dell'Olocene. L'umanità come un tutto indifferenziato (e colpevole) da un lato, l'ambiente incontaminato (e innocente) dall'altro. Jason W. Moore rifiuta questa impostazione e parte dal presupposto che l'idea di una natura esterna ai processi di produzione non sia che un effetto ottico, un puntello ideologico su cui si è appoggiato il capitalismo. Al contrario, il concetto di ecologia-mondo rimanda a una commistione originaria tra dinamiche sociali ed elementi naturali che compongono il modo di produzione capitalistico nel suo divenire storico, nella sua tendenza a farsi mercato mondiale. Il capitalismo non ha un regime ecologico, è un regime ecologico. Sfruttamento e creazione di valore non si danno sulla natura, ma attraverso di essa - cioè dentro i rapporti socio-naturali che emergono dall'articolazione variabile di capitale, potere e ambiente. Si tratta dunque di analizzare la forma storica di questa articolazione - ciò che Moore chiama "Capitalocene": il capitale come modo di organizzazione della natura - per fronteggiare l'urgenza dei disastri ambientali che ci circondano
15,00 14,25

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.