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Giuntina

Tutti i libri editi da Giuntina

Talmud Babilonese Trattato Mo’èd Qatàn

Libro: Libro rilegato
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 416
Mo‘èd Qatàn, l’espressione che dà il titolo al nostro trattato, significa “piccola festa” o “piccolo tempo stabilito”. Si tratta dei giorni centrali delle feste di Pèsach e Sukkòt, che durano rispettivamente sette e otto giorni (otto e nove nella Diaspora) dei quali il primo e l’ultimo sono di festa solenne (Yom Tov); i restanti giorni delle due festività vanno sotto il nome di chol haMo‘èd (lett. “profano della festa”), in italiano frequentemente indicati anche con l’espressione “mezzafesta”. In questo periodo intermedio delle festività di Pèsach e Sukkòt è richiesto un equilibrio fra gli elementi che devono caratterizzare la festa e le esigenze della quotidianità. Nel cercare di stabilire quali attività lavorative siano permesse e quali no, il Talmud arriva alla conclusione che proprio ai Maestri è stato affidato il compito di sancire cosa sia lecito e cosa no. Non c’è dunque corrispondenza sistematica con le melakhòt (opere creative) che è proibito compiere di Shabbàt. Nemmeno si può dire che vi sia un diverso livello di intensità delle stesse, cioè che i divieti di chol haMo‘èd possano ricondursi, pur con delle facilitazioni, alle stesse melakhòt di Shabbàt. Non è così, dato che di chol haMo‘èd alcune melakhòt sono vietate, come lo scrivere, mentre altre sono permesse, come l’accendere il fuoco. Un criterio è rintracciabile nella prescrizione di evitare di affaticarsi eccessivamente di chol haMo‘èd, cosa che potrebbe andare a detrimento della gioia, che in quei giorni deve invece essere pervasiva. Altra differenza importante tra Shabbàt e i giorni di festa da una parte e chol haMo‘èd dall’altra è che i divieti vigenti in questo secondo caso non sono assoluti: opere a beneficio della collettività, circostanze di convenienza, occasioni che non si ripetono, situazioni di grande necessità possono costituire motivo di deroga ai divieti di chol haMo‘èd, mentre non sarebbe la stessa cosa per lo Shabbàt. L’esigenza di trovare un equilibrio fra cose permesse e cose vietate nei giorni di mezza festa porta anche a limitare fortemente l’attività lavorativa in senso lato. I commentatori discutono se la proibizione di compiere melakhòt nei giorni di mezza festa sia di origine biblica o rabbinica. Anche chi sostiene che la base della regola sia di istituzione biblica concorda comunque sul fatto che i dettagli applicativi sono di origine rabbinica. Il trattato è denso di brani normativi mentre sono sporadici quelli aggadici. In modo apparentemente paradossale, il trattato Mo‘èd Qatàn tratta abbondantemente di regole legate al lutto. L’argomento appare già nel cap. 1, quando si discute di tombe e sepolture, e diventa rilevante nel secondo capitolo proprio per una certa corrispondenza fra le attività che è vietato svolgere di chol haMo‘èd e quelle vietate nei primi sette giorni di lutto; diventa infine preponderante e quasi esclusivo nel terzo e ultimo capitolo del trattato (a partire cioè dalla fine di p. 14a), che da quel punto in poi non tratta più dei giorni di chol haMo‘èd. Ecco così che tale argomento, richiamato per un qualche collegamento con il tema principe del trattato, diviene il soggetto di quasi metà del trattato stesso. È interessante notare al riguardo che il lutto, almeno nella sua forma più stretta, quella che ha luogo nei primi sette giorni, è incompatibile con la festa e quindi non ha luogo durante chol haMo‘èd: se il lutto è iniziato prima della festa, l’avvento della festa lo annulla; altrimenti, ad esempio nel caso di una persona che venga a mancare durante la festa, inizia soltanto a festa stessa terminata. Il trattato di Mo‘èd Qatàn è breve, essendo composto da 28 fogli in tutto, e è diviso in tre capitoli. Con testo originale e traduzione italiana a fronte, note, commenti, illustrazioni, schede tematiche, norme di Halakhà, appendici e indici.
55,00 52,25

Israele. Storia dello Stato

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 496
Israele è nel cuore e nelle menti dei contemporanei, suscitando passioni e identificazioni, simpatie ma anche rifiuti e dinieghi. Della sua storia, in Italia, si sa ben poco. Ancor meno sono conosciute le ragioni, gli eventi, i fatti che hanno portato alla nascita dello Stato degli ebrei durante un secolo, il Novecento, che ha visto mutare equilibri profondi. Il libro intende indagare sui fatti, sui personaggi, sulle storie che hanno generato lo Stato d'Israele, fino ad arrivare ai giorni nostri. Non un mero resoconto ma una narrazione viva, dal di dentro, delle premesse culturali, politiche e sociali che dalla seconda metà del XIX secolo originano il pensiero sionista e, in rapida successione, l'immigrazione in quelle terre nelle quali, nel 1948, sarebbe nato il nuovo Stato. Di cui viene poi raccontata, nell'intreccio tra cronaca e memoria, l'evoluzione storica, i mutamenti sociali ed economici, le trasformazioni culturali. Un'indagine su quel che è stato, una riflessione su quel che è, un'ipotesi su quel che potrà essere. Nella pluralità dei giudizi l'opera intende costituire anche un punto di vista ebraico su un modo di «essere ebrei» oggi, a volte vivendo in Israele, più spesso pensando a Israele.
24,00 22,80

Il libro perduto di Adana Moreau

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 290
Lei che non aveva mai imparato a leggere e a scrivere era diventata una lettrice vorace, e aveva perfino pubblicato un libro, !Città perduta!, un romanzo di fantascienza visionario e geniale. Anche un secondo libro era pronto per la pubblicazione – un libro dirompente "in cui esistevano innumerevoli Terre in universi paralleli" –, ma, gravemente ammalata, aveva deciso di interromperne la diffusione e bruciare il manoscritto. Era il 1930 e lentamente il nome di Adana Moreau e la sua eclettica produzione erano scivolati nell'oblio. Finché nel 2005, a Chicago, l'anziano professor Benjamin Drower, ormai prossimo alla morte, affida a suo nipote Saul un pacco da recapitare a un certo Maxwell Moreau: all'interno c'è "Una Terra modello", il libro perduto di Adana. Saul, in compagnia dell'amico Javier, decide allora di partire alla volta di New Orleans per tener fede alla promessa fatta al nonno e soprattutto per risolvere il mistero del manoscritto. Lì, tra i detriti e la disperazione lasciati dall'uragano Katrina, troveranno più di quanto potessero immaginare. "Il libro perduto di Adana Moreau" è il tentativo titanico – e riuscito – di tenere insieme l'incredibilmente lontano e l'incredibilmente vicino: il passato, con i suoi esili e i suoi silenzi, e il presente, con le sue urgenze e le sue rivelazioni.
19,00 18,05

L'antisemitismo e le sue metamorfosi. Distorsione della Shoah, odio online e complottismi

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 218
Ogni tempo ha il suo antisemitismo. Segnato dall'antigiudaismo cristiano in passato, cospiratorio nei momenti di crisi, efferato nella sua forma pseudo-scientifica nel periodo del nazionalsocialismo e del fascismo. Negli anni '20 del XXI secolo l'antisemitismo è ancora tra noi: divenuto "culturale" più che biologico, raramente è argomentato in modo aperto, eppure è presente e – in alcuni periodi – in crescita. Durante la pandemia da Covid-19, gli studi sui social media hanno mostrato il forte collegamento tra l'odio antiebraico e la crisi, soprattutto dal punto di vista economico. Gli ebrei "ricchi" e "dominatori" fanno da capro espiatorio della paura e dell'ansia verso il futuro. Cresce il discorso d'odio nel web, ormai due terzi del totale degli atti segnalati. Protetti da un presunto anonimato e apparentemente “liberi” di esprimersi, gli hater creano fiammate di ostilità e attacchi, diffondono immagini grottesche, inventano cospirazioni. Di questo antisemitismo apparentemente "light" fa parte la distorsione della Shoah. Il negazionismo vero e proprio, con le sue affermazioni di principio («non è mai avvenuto», «le cifre sono diverse», ecc.), rimane infatti nascosto nelle pieghe della società; la minimizzazione e la banalizzazione, invece, sono molto diffuse. I saggi raccolti in questo libro offrono una panoramica e un'analisi di queste nuove forme di odio antiebraico, e si configurano come un contributo efficace a un lavoro collettivo di contrasto all'antisemitismo, inserito nella più ampia lotta contro ogni tipo di intolleranza, pregiudizio e razzismo, che richiede la collaborazione di tutti. "L'antisemitismo e le sue metamorfosi" include testi di Murilo Henrique Cambruzzi, Simonetta Della Seta, Stefano Gatti, Betti Guetta, Joël Kotek, Gadi Luzzatto Voghera, Stefano Pasta, Robert Rozett, Milena Santerini e Juliane Wetzel.
24,00 22,80

Eredità

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 131
Tre donne, «tre generazioni distanti legate dal silenzio». Sara è nata a Łódz nel 1926 e il diario che scrive a partire dall’agosto del 1939 inizia come un racconto ingenuo e allegro di un amore adolescenziale, ma pagina dopo pagina diventa la cronistoria dolorosa della vita degli ebrei del Ghetto di Łódz negli anni dell’occupazione nazista. Sopravvissuta ad Auschwitz e andata in Brasile, Sara proverà a ricominciare un’esistenza lontana dall’Europa e dai suoi orrori. Nel 1949 darà alla luce Clara, che fin da piccola dovrà imparare a convivere con le sofferenze abissali e le marmoree reticenze della madre. Le sue sedute di psicoanalisi, puntualmente trascritte, riveleranno come il trauma della Shoah continui a riverberarsi prepotentemente nelle generazioni successive, arrivando a contaminare perfino sua figlia Lola. Toccherà proprio alla nipote di Sara, giovane ricercatrice universitaria, spezzare questa maledizione trasmessa geneticamente: con le sue annotazioni, Lola tenterà di definire e affrontare la propria eredità familiare e i suoi muti dolori. Intrecciando abilmente le pagine del diario di Sara con gli scritti intimi di Clara e di Lola, Jacques Fux disegna un’architettura narrativa intensa e poetica in grado di arrivare alle viscere della psiche e lenire così la sofferenza. "Eredità" è un romanzo che non fa sconti e che scioglie, grazie a tre voci femminili perfettamente orchestrate, i nodi aggrovigliati della memoria.
14,00 13,30

Lo sterminio degli ebrei. Tra storia e memoria

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2023
pagine: 160
In che modo può essere interpretata e rappresentata la Shoah, lo sterminio di milioni di persone nel cuore stesso dell’Europa? Qual è il rapporto tra storia e memoria nella ricostruzione di quell’evento? Che ruolo devono avere lo sguardo e la voce delle vittime, accanto alla ricostruzione dell’ideologia, delle azioni politiche e burocratiche della distruzione di massa messe in moto dai nazisti? Questo volume, curato da Simon Levis Sullam, raccoglie i principali saggi di metodo di uno dei più importanti storici della Shoah. Friedländer si interroga sul funzionamento della memoria individuale e collettiva, sugli elementi di ambigua fascinazione con cui talora è rappresentato il nazismo, su quale sia la funzione dello storico nella narrazione dei drammatici eventi della “Soluzione finale”. Lo studioso mette in luce anche il proprio atteggiamento personale verso lo sterminio degli ebrei: tra una memoria traumatica, la capacità di integrarla nella narrazione senza prevaricare l’interpretazione storica, la possibilità di rielaborare assieme storia e memoria. In vista di una più profonda comprensione di una tragedia apparentemente incommensurabile.
16,00 15,20

La matta di piazza Giudia. Storia e memoria dell'ebrea romana Elena Di Porto

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 224
Elena Di Porto non era affatto matta. Nata nel 1912 nell’antico Ghetto di Roma da un’umile famiglia ebraica, Elena era una donna dal carattere singolare e ribelle, profondamente anticonformista. Separata dal marito, indipendente, femminista ante litteram, antifascista convinta e temeraria, poco disposta ad accettare passivamente ogni forma di sopruso, nei suoi confronti ma anche – e soprattutto – nei confronti degli altri. Gaetano Petraglia, attraverso documenti d’archivio inediti e testimonianze orali, ricostruisce con precisione la vita di questa donna straordinaria, protagonista di una solitaria battaglia di resistenza personale contro l’emarginazione sociale, le angherie del regime e la persecuzione razziale: dalla giovinezza nel Ghetto, dove divenne presto figura nota e quasi mitica, ai reiterati ricoveri nell’Ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà; dagli scontri con le squadracce fasciste nel tentativo di difendere gli ebrei dall’ennesima violenza, all’esperienza alienante del confino in varie località della Basilicata; dal ruolo, divenuto presto leggendario, giocato da Elena durante l’occupazione nazista della Capitale e il rastrellamento del 16 ottobre 1943, fino all’ultimo disperato atto d’amore che le costerà la deportazione ad Auschwitz, e quindi la morte. "La matta di piazza Giudia" è una biografia necessaria e commovente che restituisce alla nostra memoria collettiva una figura eroica, una donna che merita di essere inserita tra i grandi protagonisti dell’antifascismo italiano e tra le pioniere del femminismo, un archetipo di indipendenza, coraggio e infinita umanità.
18,00 17,10

Il silenzio che urla. L’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 128
Roma, 9 ottobre 1982. Dal Tempio Maggiore, la principale sinagoga della Capitale, sta uscendo una piccola folla di persone. È una bella giornata di sole e si è appena conclusa la funzione per la festa ebraica di Sheminì ‘Atzeret. All’improvviso un’esplosione scuote l’aria. «Ci stanno tirando i sassi!» grida qualcuno. Ma non sono sassi. Sono bombe a mano che un commando di terroristi palestinesi sta scagliando su donne, uomini e bambini. Il piccolo Stefano Gaj Taché, di due anni, viene colpito mortalmente alla testa. Quel giorno del 1982, Gadiel Gaj Taché, il fratello di Stefano, aveva solo quattro anni e anche lui, come molti, fu gravemente ferito e la sua vita stravolta per sempre. Ecco perché queste pagine non sono la semplice ricostruzione di uno degli atti terroristici più feroci della storia italiana del Novecento. Tutt’altro. “Il silenzio che urla” è un atto d’accusa nei confronti di chi in quegli anni ignorò o addirittura fomentò l’odio contro gli ebrei, ma è anche – e soprattutto – un diario intimo di dolore, rabbia e speranza: dolore per una tragedia che ha segnato irrimediabilmente le esistenze di una famiglia e di un’intera Comunità, rabbia per una verità che – dopo quarant’anni! – tarda ancora ad affiorare, e speranza che il ricordo di quanto avvenuto il 9 ottobre 1982 diventi una memoria collettiva in grado di proteggerci dai germi dell’antisemitismo.
14,00 13,30

Anime

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 336
La vita di Grisha si protrae da ormai quattrocento anni. È nato nel XVII secolo in un villaggio ebraico dell’Europa orientale e da allora si reincarna, muore e rinasce, di secolo in secolo, di luogo in luogo, di corpo in corpo. Vi sembra un’assurdità? Anche Marina, la mamma di Grisha, la pensa così! Infatti, mentre il figlio scrive le sue memorie, Marina di nascosto legge, e aggiunge in calce, clandestinamente, i suoi ricordi e la sua versione della storia. «Di vita ce n’è una sola,» commenta «tutto il resto è una metafora!». Madre e figlio si contendono così il cuore del lettore, proponendo due narrative opposte, due diversi modi di prendere corpo e reinventarsi, ognuno con i suoi brividi e le sue esultanze, i suoi dolori e le sue gioie. Proprio come i protagonisti di questa storia, “Anime” è un libro dalla potenza multiforme che si muove agilmente tra epoche, paesaggi e fisionomie: conosce l’adrenalina del romanzo storico e le seduzioni del soprannaturale, raccoglie le emozioni del memoir e si abbandona al ritmo fulmineo del testo teatrale. Tutto questo per raccontare quel pungente senso di smarrimento e solitudine che contraddistingue ogni anima, cosmica o misera che sia, sempre in viaggio, di corpo in corpo e di vita in vita, alla ricerca di un’ultima, definitiva assoluzione.
19,00 18,05

Talmud Babilonese. Trattato Meghillà (Rotolo di Ester)

Libro: Libro rilegato
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 406
Il trattato di Meghillà si occupa principalmente delle regole della lettura pubblica e della scrittura del Libro biblico di Ester, la più conosciuta fra le meghillòt o rotoli del Tanàkh, noto come la Meghillà per antonomasia. Se esistono regole di lettura, significa che c’è uno scritto da cui leggere. Può sembrare ovvio, ma non lo era affatto per la Meghillà. Troviamo infatti un brano molto interessante nel quale “Ester mandò a dire ai Saggi: Scrivete la mia storia per tutte le generazioni, e che il libro sia incluso negli Agiografi”. L’accettazione da parte dei Maestri, prosegue il brano, non avvenne senza ostacoli, tanto che la disputa riguardo l’inclusione della Meghillà di Ester nel canone biblico proseguì fino all’epoca dei Maestri della Mishnà. Nel nostro brano troviamo infatti diverse opinioni fino all’estendere la discussione anche ad altre Meghillòt. Una volta stabilito che la Meghillà fa parte del canone biblico, occorreva rimarcare che il suo status, come quello di tutti gli altri testi del Tanàkh che non fanno appunto parte della Torà, è tuttavia differente da quello dei libri della Torà. È forse in quest’ottica che possono essere letti gli insegnamenti relativi alla cucitura dei diversi fogli di pergamena che compongono il rotolo, rispettivamente, della Torà e della Meghillà e perfino alcune regole come quella sulla liceità di leggere la Meghillà da seduti o altre norme riportate nel cap. 3. Argomento affine a quello dell’inclusione della Meghillà nel canone biblico, e quindi all’obbligo della sua lettura, è il problema della traduzione dei testi biblici, sia per quanto riguarda la traduzione in aramaico che veniva fatta oralmente a beneficio dei partecipanti in occasione delle letture pubbliche, sia relativamente alla liceità della traduzione dei testi biblici in altre lingue. Relativamente alla prima questione, troviamo nel nostro trattato un elenco di passi che in pubblico non vanno tradotti, e alcuni neanche letti; sul secondo tema, invece, c’è una interessante tradizione relativa all’origine della traduzione della Torà, cosiddetta “dei Settanta”: i dotti incaricati dell’opera, “nel cuore di ciascuno dei quali il Signore, benedetto Egli sia, mise il Suo consiglio”, cambiarono volutamente la traduzione di alcuni passi rispetto al testo originale per motivi di opportunità. Dunque, il problema di tradurre è tema antico, così come lo è lo status particolare riconosciuto da alcuni Maestri al greco, ovvero alla lingua della cultura mondiale. Il trattato è uno dei più brevi e relativamente facili del Talmud e comprende numerose parti di Midràsh che interpretano il Libro di Ester dall'inizio alla fine. Una simile raccolta sistematica e ordinata di midrashìm è un unicum all’interno del Talmud Babilonese.
55,00 52,25

Canaglia

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 420
È il 1988. Tadek, scrittore fallito e abbandonato dalla moglie, si reca in Polonia per incontrare il padre Stefan. Non lo vede e non ha contatti con lui da vent’anni, da quando la madre decise di emigrare in Israele portando i figli lontano dalla povertà della Polonia socialista e da un ambiente brutale e violento. Tadek sa dove trovare il padre: a Varsavia, in una casa di riposo per reduci di guerra. Stefan è ormai un vecchio corroso dalla vodka e braccato dai fantasmi delle atrocità che ha sia subito che perpetrato durante la Seconda guerra mondiale. Per una settimana, durante un viaggio che intraprendono insieme in una tetra Polonia al tramonto dell’era sovietica, incapaci di amarsi o odiarsi, padre e figlio si confronteranno alla ricerca di una riconciliazione impossibile. Affioreranno allora tutte le verità mai confessate e, soprattutto, prenderanno voce i silenzi sugli anni terribili e decisivi dell’occupazione nazista. I racconti di Stefan, personaggio estremo in ogni sentimento e comportamento, saranno sufficienti per ricucire il legame tra padre e figlio? Basteranno a salvare Tadek da se stesso?
19,00 18,05

L'albero capovolto. Lezioni sulla Torah

Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2022
pagine: 240
"L’albero capovolto vuole essere una descrizione sistematica di alcuni temi fondamentali dell’ebraismo. Il metodo è particolarmente interessante: una serie ordinata di citazioni classiche dalla Torah ai commenti rabbinici anche recenti, che vengono esposte e spiegate, per chiarire progressivamente i termini dei problemi. Il titolo ripropone l’immagine dell’albero capovolto, che è quella scelta dai Maestri per spiegare la similitudine biblica dell’uomo con l’albero che, come in ogni confronto, rivela elementi comuni e differenze. Le radici dell’uomo a differenza di quelle dell’albero sono rovesciate, in alto, è da lì che egli trae la sua linfa vitale. In cosa consista questa linfa e quanto importi per noi è il compito che questo libro si propone di illustrare." (dalla Prefazione di Riccardo Di Segni)
16,00 15,20

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