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Edizioni Settecolori (Milano)

Tutti i libri editi da Edizioni Settecolori (Milano)

Juan Belmonte Matador Di Tori. La sua vita, le sue gesta

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 350
"Juan Belmonte matador di tori", di Manuel Chaves Nogales, che per questa nuova edizione si avvale della traduzione e della cura di un aficionado di eccezione come Matteo Nucci, è in assoluto la più bella biografia su di lui mai pubblicata. Giornalista di punta, colto e brillante, Nogales era perfettamente consapevole di quanto quel mondo rappresentasse una certa Spagna e del resto per pittori, scultori, poeti e romanzieri spagnoli la corrida è stata sempre una grande passione. Da Goya a Zuluaga a Picasso, da de Alarcón a Bergamín a Machado, a García Lorca, da Savater a Barceló a Pérez-Reverte l’elenco è imponente e arriva sino ai nostri giorni. Juan Belmonte non era solo un torero, ma un tipo umano, un emblema, era il bambino senza nemmeno la licenza elementare che per descrivere l’andare e venire del toro intorno alla muleta citava «l’aria soave dei lenti giri» di cui parlava il poeta Rubén Dario. Sapeva da dove veniva, conosceva i bisogni della povera gente, incarnava l’idea e la possibilità di una Spagna diversa, più umana e più giusta. Raccontato in prima persona, come se fosse lo stesso Belmonte a prendere la parola, "Juan Belmonte matador di tori" ha l’andatura di un romanzo picaresco, sincero, umano, allegramente malinconico, gonfio di vita, scritto con uno stile trascinante. Edizione numerata da 1 a 1000. Traduzione, prefazione e curatela di Matteo Nucci.
24,00 22,80

La tomba di Lenin. Gli ultimi giorni dell'Impero sovietico

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 800
Quando David Remnick arrivò a Mosca nel 1988, come corrispondente del «Washington Post», le riforme di Gorbaciov erano già cominciate, ma la più importante di esse non aveva a che fare con nuovi indirizzi economici, con lo snellimento della burocrazia, con la revisione e la riduzione del potere politico rappresentato dal Partito rispetto alla società civile. Riguardava invece, come poté constatare, la verità e il suo ripristino, un'ansia e un sentimento di verità su quello che era stato il brutale passato sovietico, su quello che era il suo desolante e desolato presente. Come un irresistibile eccitante, ogni nuova rivelazione ne stimolava un'altra e presto il processo divenne inarrestabile… Questo spiega perché il ritorno della storia sia il tema di "La tomba di Lenin" e insieme l'essenza della rivoluzione che rovesciò il sistema sovietico. Durante quegli anni di radicali sconvolgimenti politici e sociali Remnick girò l'Unione Sovietica in lungo e in largo. Visitò le Terre Nere del Sud, le coste più lontane dell'impero e i lager della Kolyma, le città minerarie del Nord, le Repubbliche baltiche in fermento; andò nelle stazioni ferroviarie a parlare con i ladri e i mendicanti, con i viaggiatori; andò nei palazzi della politica, nelle lussuose residenze che ospitavano la nomenklatura del Regime e nelle semplici abitazioni degli intellettuali e dei dissidenti. Come in un grande romanzo russo, tutti avevano la loro verità da raccontare e hanno contribuito a comporre il ritratto di un popolo consapevole che la storia si andava agitando sotto i suoi piedi. Tutto ciò fa di "La tomba di Lenin", Premio Pulitzer alla sua uscita, qualcosa che va oltre il giornalismo, un contributo senza pari sul perché della caduta dell'Unione sovietica e insieme la narrazione in presa diretta di un momento straordinario nella storia dello spirito umano. Scritto a distanza di settant'anni da "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", di John Reed, "La tomba di Lenin" ne è idealmente il capitolo mancante, tragico epitaffio della fine dell'impero sovietico, ma non, come allora ci si era illusi, della «fine della storia». Prima edizione italiana. Edizione numerata da 1 a 1000.
34,00 32,30

Il canto del mondo. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 300
Il protagonista di questo romanzo del 1934 è un pescatore di fiume e vive in Provenza. Ha doti di seduttore e un nome italiano, Antonio. Ma non è un personaggio stendhaliano come Angelo, l'eroe di "L'ussaro sul tetto" (1951). È un uomo primordiale, che vive in simbiosi con la natura, che sente le vibrazioni dei pesci, quando li caccia a mani nude, accanto al suo corpo muscoloso e guizzante. Il mondo in cui vive è fatto di acque, capanne, foreste. Ed è proprio un boscaiolo detto il Marinaio, un suo anziano amico, a chiamarlo in soccorso perché "il gemello" (l'unico dei suoi due figli ancora vivo) non è mai tornato da una missione, in cui il ragazzo avrebbe dovuto tagliare un bosco a fare scendere la legna lungo il fiume dove pesca Antonio. Inizia la risalita del fiume da parte dei due amici, una vera e propria odissea omerica, una ricerca che si trasformerà in una storia di faide in un territorio primitivo, governato dalle leggi non scritte del tirannico Maudru, il padrone dei tori. In molti perderanno la vita, compreso il Marinaio, ma Antonio e il gemello vivranno il riscatto e l'amore grazie all'incontro con Clara e Gina. Questa storia avvincente, dai risvolti metaforici e dal linguaggio possente, grumoso, rappresenta in pieno il sentimento panico, la comunione con la natura e la gente semplice che sono temi fondamentali nell'opera di Giono. Con il suo andamento epico, leggendario, costituisce l'anticipazione a tinte forti del best seller "L'uomo che piantava gli alberi" (1953). Se Elzéard Bouffier seminava le piante per realizzare la sua splendida ed evoluta utopia, qui il senso cosmico si incarna in uomini che la natura la vivono magari tagliandoli, gli alberi, in un aspro e fecondo rapporto che si oppone, comunque, a un'inquietante modernità. Edizione numerata da 1 a 1000. Prefazione di Leopoldo Carra.
26,00 24,70

Annibale Radicati di Cocconato. Il cavaliere senza testa. Vita, amori e morte di un «eroe» di Alexandre Dumas

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 200
Negli ultimi decenni del 1500, in una Francia insanguinata dalle guerre di religione e lacerata dagli intrighi dei duchi de Guise, del re di Spagna e dell'imperatore d'Austria, si consuma la vita del conte piemontese Annibale Radicati di Cocconato. Vita breve e maledetta, tra amori, tradimenti, duelli e spionaggio, che ebbe fine quando fu decapitato a Parigi, il 30 aprile del 1574, con l'accusa di avere complottato contro il re. Accadeva sotto il regno di Carlo IX di Valois-Angoulême, anche se il potere era nelle mani di sua madre, Caterina dé Medici. Alexandre Dumas ne fece uno dei protagonisti de "La Regina Margot". Lo scrittore giocava però con la Storia, la piegava alla fantasia. La Storia con la «esse» maiuscola, invece, da tempo aveva occultato il conte di Cocconato: Voltaire lo ricordò soltanto come quello al quale tagliarono il collo. Altri studiosi lo archiviarono tra i sicari cattolici che, il 24 agosto del 1572, durante la Notte di San Bartolomeo, trucidarono migliaia di protestanti. Ma Radicati fu davvero quel mostro descritto dagli storici? Il libro di Massimo Novelli, più romanzesco d'un romanzo d'avventure, ricostruisce la sua vera esistenza, con carte e testimonianze inedite. Ne emerge il ritratto di un avventuriero filosofo, di un soldato coraggioso e di un agente segreto forse fedele solo al Duca di Savoia, che fu condannato a morte come capro espiatorio per coprire le colpe dei «Grandi»: un gentiluomo moderno, insomma, scettico e ironico, che non credeva né a Dio né al diavolo.
18,00 17,10

C'era una volta Hollywood

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 350
Nel 1934 il poco più che ventenne David Niven arrivò negli Stati Uniti per fare il piazzista di liquori, dopo che sino a un paio d'anni prima aveva fatto parte della fanteria britannica, come da tradizione di famiglia. Era brillante, sportivo, ben educato e se come venditore prima, come organizzatore di corse di ponies dopo, si sarebbe rivelato un disastro, non gli mancava la faccia tosta e un perenne sorriso sulle labbra. Come per caso, un giorno si ritrovò in uno studio cinematografico, comparsa a due dollari al giorno in un film dove faceva un peone messicano. Nel giro di pochi anni divenne una star. "C'era una volta Hollywood" sono le memorie più divertenti e meglio scritte su quella che è stata e rimane la Mecca del cinema. Sfilano nelle sue pagine i ritratti degli amici più cari di Niven, Clark Gable, Humprey Bogart, Gary Cooper, Errol Flynn, i registi più eccentrici, da Lubitsch a Wyler a Chaplin, i produttori più celebri, compreso Sam Goldwin che lo licenziò, i parties più pazzi, quelli di Jean Harlow, Joan Crawford, Claudette Colbert, Greta Garbo, le croniste più pettegole, Hedda Hopper, Louella Parsons... Ribattezzata dallo stesso Niven "Lotus Land", Hollywood fu dagli anni Trenta agli anni Sessanta la terra incantata in cui egli si mosse da par suo, con quel british touch che lo rendeva unico e con la capacità di non prendersi mai troppo sul serio, essendo sempre a suo agio, si trattasse di frequentare divi, divine e teste coronate, ma anche cowboys, marinai, attori senza talento e giocatori di professione. "C'era una volta Hollywood" ha l'effervescenza, la luminosità e la leggerezza del miglior champagne che a un lettore possa capitare di bere. Prima edizione italiana. Edizione numerata da 1 a 1000.
26,00 24,70

L'orgia perpetua

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2025
pagine: 260
Nell'estate del 1959 il ventitreenne Mario Vargas Llosa arrivò a Parigi con poco denaro in tasca e la promessa di una borsa di studio. La prima cosa che fece fu di entrare in una libreria del Quartiere latino e comprare una copia di "Madame Bovary" nelle edizioni dei Classiques Garnier. Cominciò a leggerla nella stanzetta di un albergo non lontano dal museo Cluny: «Erano anni che nessun romanzo vampirizzava così rapidamente la mia attenzione» racconterà in seguito. È allora che comprese «quale scrittore mi sarebbe piaciuto essere» e che «da quel momento e sino alla morte avrei vissuto innamorato di Emma Bovary». "L'orgia perpetua" è l'omaggio di un grande scrittore al maestro di tutti i grandi scrittori della modernità, un omaggio che è insieme una rilettura tanto partecipe e affettuosa quanto lucida e attenta, non un saggio critico, di critica letteraria in senso stretto, bensì l'opera di chi della lettura si alimenta e vive e nella scrittura alimenta e fa rivivere. Il titolo rimanda a una frase dello stesso Flaubert: «Il solo modo di sopportare l'esistenza è stordirsi nella letteratura come in un'orgia perpetua» e proprio questo concetto Vargas Llosa riprende, espande e fa suo nel raccontare il potere magico che hanno certi romanzi, il piacere e insieme lo smarrimento che ci fanno provare, l'antidoto necessario al male di vivere che è sempre in agguato. Edizione numerata da 1 a 1000.
24,00 22,80

Il tempo che fugge

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 250
Un'isola incantata delle Baleari, due bambini, René e Florence, cugini fra loro ed entrambi orfani, un tutore bizzarro, un'infanzia selvaggia con un Eden terrestre come spazio e un arco temporale che arriva all'adolescenza e che quel paradiso è chiamato a scandire. Il primo a lasciarlo sarà René, sedicenne studente che si trasferisce in quella Parigi del primo Novecento che pochi come Robert Brasillach hanno saputo raccontare. Porta con sé il bagaglio di un bohémien di provincia pronto a infiammarsi più per le immagini che per le idee. È un istintivo, un eterno in-seguitore di chimere… E Florence? Già nei giorni magici maiorchini ha confusamente avvertito che sarà René l'amore di una vita e per la vita: trasferitasi anche lei a Parigi, ha atteso fiduciosa e finalmente René è tornato… Romanzo del tempo e sul tempo, della memoria e sulla memoria, della giovinezza e sulla giovinezza, Brasillach trasforma quest'ultima non in un'età, ma in una concezione del mondo che, in quanto tale, annuncia sempre nuove aurore. Delinea un'estetica della vita che è anche un'etica, vale a dire un modo di affrontare l'esistenza e con "Il Tempo che fugge" ci dà il suo capolavoro. Edizione numerata da 1 a 1000. Prefazione di: Riccardo Paradisi
22,00 20,90

Speranza abbandonata. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 880
Mai finora tradotto integralmente in italiano, "Speranza abbandonata" chiude le Memorie di Nadežda Mandel'štam apertesi con "Speranza contro speranza". Qui, a essere raccontato non è solo un sentimento assoluto, quello per Osip Mandel'štam, il più grande poeta russo del Novecento, uomo e intellettuale stravagante e anticonformista, vero e proprio «esule in patria», ma c'è anche spazio per un incredibile susseguirsi di ritratti di molti protagonisti della vita culturale dell'epoca, da Anna Achmatova a Vja eslav Ivanov e Nikolaj Gumilëv, Aleksandr Blok e Vladimir Majakovskij. E poi Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Jurij Tynjanov. Sullo sfondo di un Paese travolto prima dalla Rivoluzione, dilaniato poi dalla Guerra civile, annientato infine dal Terrore staliniano Nadežda Mandel'štam ci prende per mano in un viaggio che è anche un pellegrinaggio e un intenso dialogo con i fantasmi di una storia grandiosa e terribile. Un memoir che «narra di cosa visse il cuore» al tempo in cui era l'ideologia a battere nel petto dei carnefici. Edizione numerata da 1 a 1000. Introduzione di Paolo Nori.
34,00 32,30

L'uomo che inventò la storia. Viaggi con Erodoto. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 500
Erodoto è considerato il Padre della Storia, ma può essere anche definito come il primo, e il più grande, scrittore di viaggi, nonché il più brillante inviato di politica estera, senza dimenticare il suo essere stato un esploratore senza paura e un pionieristico geografo. In ultimo, ma non per ultimo, è l'impeccabile narratore quello che ancora oggi si impone all'attenzione del lettore. In questo suo libro Justin Marozzi ricostruisce sul campo quello che fu il mondo di Erodoto, dalla Grecia alla Turchia, dall'Egitto all'Iraq… Lo fa con una invidiabile erudizione messa al servizio di una prosa accattivante e di uno spirito inquieto, pronto a seguire tracce archeologiche, fonti classiche e biografie esemplari e a farli brillare a petto della modernità e degli sconquassi che nei secoli si sono succeduti. Il risultato è una straordinaria combinazione di viaggio e di storia nello spirito dell'uomo che praticamente li inventò. Edizione numerata da 1 a 1000.
26,00 24,70

Il montaggio. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 470
A 19 anni Alexsandr Dmitric Psar ha venduto, per i trent'anni a venire, la sua anima al diavolo. È accaduto a Parigi, nella chiesa di Notre Dame, e il diavolo indossava le vesti di un funzionario del Kgb. In cambio della sua dedizione alla causa, e una volta scaduti i termini, potrà finalmente mettere piede in quella Russia che non ha mai conosciuto e esaudire così, per interposta persona, quello che era sempre stato il desiderio di suo padre, Dmitri Alexsandrovic Psar, fuggito dal suo Paese ai tempi della Rivoluzione d'ottobre, ma rimasto per tutta la sua vita in terra di Francia un esule infelice. Nei trent'anni del patto faustiano, Alexsandr è stato un formidabile «agente di influenza» nel mondo editoriale francese. Ha veicolato informazioni false, ha praticato ogni disinformazione possibile e immaginabile, ha pianificato campagne intellettuali per minare tutto ciò che è alla base di ogni civiltà occidentale che si rispetti: la famiglia, il matrimonio, l'educazione, il rispetto per le istituzioni. Gli intellettuali francesi hanno abboccato all'amo e preso per vero ciò che era un sapiente «montaggio» di menzogne. Quando qualcuno fra loro ha subodorato il marcio, il Kgb ha fornito al suo agente-ombra tutto il necessario per neutralizzare il pericolo: ricatti a luci rosse, denaro per corrompere, violenza allo stato puro... Adesso che però il patto sta per arrivare alla sua data fatidica, Psar si accorge che il Cremlino, nella figura del suo superiore di Parigi, il maggior generale Abdulrakmanov, non è disposto a onorarlo e che l'ultimo «montaggio» che gli viene richiesto, la creazione di un finto dissidente grazie al quale gettare il discredito su quelli veri e fuoriusciti dall'Urss, in realtà è una trappola destinata a perderlo... Che fare, si chiede leninianamente Psar? Nessun romanzo novecentesco ha raccontato così in profondità i meccanismi della disinformazione e analizzato così lucidamente il «ventre molle» delle democrazie occidentali come questo capolavoro di Vladimir Volkoff. Edizione numerata da 1 a 1000. Postfazione di Romain Cortés.
25,00 23,75

Le lezioni della storia. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 160
Quando i suoi studi stanno per terminare, lo storico si trova di fronte a una sfida: a cosa gli sono serviti, si chiede? Ha ricavato dal suo lavoro soltanto il piacere di enumerare nuovamente l'ascesa e la caduta di uomini e movimenti di idee, di raccontare da capo «tristi storie intorno alla morte dei re»? Ha realmente imparato di più sulla natura umana di quanto per strada un uomo possa apprendere, senza nemmeno lo sforzo di aprire un libro? Ha ricevuto qualche illuminazione rispetto alla nostra condizione presente, qualche guida per i nostri giudizi e le nostre linee di condotta, qualche messa in guardia contro il rifiuto di ogni sorpresa e di ogni cambiamento? Ha alla fine trovato, nel susseguirsi degli eventi passati, uno o più punti fissi che gli permettano di predire le azioni future del genere umano o il destino dei singoli Stati? Oppure si trova costretto ad ammettere che, dopotutto, «la storia non ha senso»: non ci insegna niente, insomma, e tutto ciò che è alle nostre spalle non è altro che la noiosa prova generale degli errori che il futuro è destinato a fare su una scala e uno spazio più ampi. Questo agile libro di Will e Ariel Durant è un viaggio vertiginoso nella storia esplorando le possibilità e le limitazioni dell'umanità nel corso dei secoli. Una panoramica di tendenze e lezioni tratte da cinquemila anni di storia mondiale ed esaminate da dodici prospettive: geografia, biologia, razza, carattere, moralità, religione, economia, socialismo, governo, guerra, crescita e declino e progresso. Giustapponendo le vite esemplari, le idee e i risultati ai cicli di guerre e conquiste, i Durant ne svelano i temi dominanti e danno un significato al nostro essere al mondo. Edizione numerata da 1 a 1000. Introduzione di Ferruccio de Bortoli. Postfazione di Gabriele Bonfiglioli.
16,00 15,20

Sei ore da perdere. Ediz. numerata

Sei ore da perdere. Ediz. numerata

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2023
pagine: 245
1943. Nella Francia occupata dai tedeschi, un giovane ufficiale, Robert B., rientra a Parigi dopo più di tre anni di prigionia. Nell’attesa di un treno che, dalla Gare de Lyon, lo riporti finalmente a casa, ha un pugno di ore da spendere nella capitale e un impegno da assolvere: trovare Marie-Anne, la ragazza che il suo compagno dell’Oflag in cui erano rinchiusi, Bruno Berthier, ha conosciuto durante una breve licenza dal fronte e di cui è rimasto innamorato. Ha inizio così una ricerca attraverso una città che non ha più nulla della Parigi da Robert conosciuta prima della guerra: strade vuote di automobili, mercato nero, code, vetrine spoglie, un’atmosfera di paura, rabbia, disordine morale, troppo volti sconosciuti, nessun volto che riesca a risplendere nel ricordo. Via via che le ore scorrono, la ricerca assume i contorni di una vera e propria inchiesta, perché anche la polizia è intanto sulle tracce di Marie-Ange, resasi irreperibile: il corpo del suo ex marito è stato infatti ritrovato alla frontiera franco-belga, in un camion contenente merci di contrabbando. Chi lo ha ucciso?E perché? C’erano ancora rapporti fra loro? Che ne è stato del figlio che avevano messo al mondo? In "Sei ore da perdere", Robert Brasillach costruisce un perfetto noir alla Simenon dove una struttura a incastro illumina di volta in volta gli indizi in vista della loro finale collocazione, ma traccia altresì un crudele quanto illuminante ritratto di una capitale in tempo di guerra dove il senso del «tragico sociale» fa strame di ogni illusione sul passato e sull’innocenza dei suoi protagonisti. Scritto di getto in pochi mesi, pubblicato come feuilleton per il settimanale «La Révolution nationale» dal marzo al giugno del 1944, questo poliziesco d’atmosfera è l’ultima prova narrativa di Brasillach e un’ulteriore conferma, qualora ancora ce ne fosse bisogno, del suo grande talento di narratore. Robert Brasillach (1909-1945) fu giornalista e critico militante, saggista, ma soprattutto romanziere ("Le voleurs d’étincelles", 1932; "L’enfant de la nuit", 1934; "Le Marchand d’oiseaux", 1936; "Comme le temps passe", 1937, edizione italiana, "La ruota del tempo", Settecolori, 1985; "La Conquerante", 1942). L’attrazione della rivoluzione fascista (insieme con i miti corneilliani), si tradusse in lui in quel singolare romanzo che è "Le sept couleurs" (1939, traduzione italiana, "I sette colori", SE, 2019). Alla liberazione, nel 1944, venne processato e condannato a morte per collaborazionismo. Una domanda di grazia indirizzata al generale de Gaulle e firmata da molti intellettuali rimase senza effetti: Brasillach fu fucilato il 6 febbraio 1945. Edizione numerata da 1 a 1000.
22,00

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