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In eredità l'altrove. Andreï Makine all'incrocio tra due mondi

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In eredità l'altrove. Andreï Makine all'incrocio tra due mondi
Titolo In eredità l'altrove. Andreï Makine all'incrocio tra due mondi
Autore
Collana Kuang 11. Studi di scienze inesatte, 4
Editore ad est dell'equatore
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 248
Pubblicazione 02/2025
ISBN 9788899381561
 
14,00 13,30
 
Risparmi: €  0,70 (sconto 5%)

 
«Essere un ponte tra due rive»: così Orhan Pamuk descrive il proprio destino di scrittore nato e cresciuto all’incrocio tra mondo occidentale e orientale. La sua condizione è simile a quella di altri border writers contemporanei la cui vocazione letteraria affonda le radici in una duplice o plurima appartenenza geografica, linguistica, culturale. Di fronte ad uno scenario europeo sempre più segnato dal fenomeno migratorio e dalla contaminazione tra culture lontane, appare urgente tornare a riflettere su quegli scrittori e intellettuali che, da Vladimir Nabokov a Emil Cioran, da Agota Kristof a Irène Némirovsky, fino al caso recente di Nicolai Lilin, hanno scelto di scrivere romanzi in una lingua diversa da quella del proprio paese di origine. Nelle fila di questi narratori entre-deux-mondes si inserisce Andreï Makine, nato in Siberia nel 1957, autore di una quindicina di romanzi, tutti in lingua francese, Prix Goncourt e Médicis nel 1995, dal 2016 membro dell’Académie Française. La scelta dell’eteroglossia e la raffinatezza dello stile inseriscono di diritto i suoi romanzi nel canone della letteratura francese. Eppure, complice la lontananza geografica, che amplifica i ricordi e stimola l’ispirazione poetica, Makine colloca sempre al centro della sua opera il mondo russo. O, meglio, gli ampi spazi siberiani, il cui paesaggio, immenso, innevato, per lo più disabitato assume un significato quasi metafisico. I pochi personaggi che lo abitano rivolgono costantemente lo sguardo alla Francia, metonimia dell’Occidente, fonte di illusione e disillusione, luogo di contraddizioni e di speranze, che incarna il loro sogno dell’altrove e diventa, durante il percorso di crescita, “mito” da alimentare con la memoria e da coltivare con l’immaginazione.
 

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