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Libri di Lavinia Azzone

Biografia e opere di Kübra Gümüsay

Bruttezza

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 228
In questo saggio dirompente e suggestivo, l’artista tedesca di origine afghana Moshtari Hilal prosegue in forma scritta – ma anche attraverso disegni, fotografie e stranianti autoritratti – la sua indagine sugli aspetti sociali e politici delle categorie estetiche. Secondo Hilal, infatti, la “bruttezza” è un fatto sociale, politico, persino economico, indissolubilmente legato alla razzializzazione degli individui. L’autrice sostiene che la bruttezza, così come la razza, non esista sul piano della realtà, ma sia piuttosto una categoria politico-economica utile a veicolare l’odio nei confronti di corpi e identità non conformi, da cui il capitalismo non riesce a produrre immediatamente valore e di cui deve quindi giustificare l’esclusione – in ultima istanza, la disumanizzazione – per renderne possibile lo sfruttamento. Il fondamento teorico da cui Hilal parte non è tanto la ricerca di parole e termini nuovi per definire il bello o il brutto, quanto la radicale messa in discussione delle cause della bruttezza, quindi della società che la produce, oggi come ieri, come categoria. Ispirandosi a pensatori come Frantz Fanon e attingendo al femminismo nero e ai Disability Studies, Hilal infrange ogni stereotipo e chiarisce quanto persino un senso come la vista, all’apparenza “naturale”, sia costruito ed educato da standard che rafforzano rigide gerarchie sociali. Con un passo tra saggistica e narrativa che unisce pagine di pensiero teorico a pagine più intime, liriche e familiari, Hilal ci conduce in un viaggio attraverso la vergogna e le paure che non siamo consapevoli di aver introiettato, un viaggio al termine del quale sarà impossibile guardarsi allo specchio come un momento prima di cominciare a leggere.
25,00 23,75

Lingua e essere

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 192
Questo libro insegue un desiderio: un linguaggio che non riduca le persone a categorie. Immaginiamo che la lingua sia un museo dove si apprendono sensazioni, idee, e soprattutto i nomi delle cose. Kübra Gümüşay esplora la questione di come il linguaggio modella il nostro pensiero, determina la nostra visione politica e ci dimostra come le persone diventano invisibili come individui se sono sempre viste come parte di un gruppo. Attraverso la lingua e l’uso spesso inconsapevole che se ne fa, racconta la società contemporanea e chiarisce come l’unico modo per usare la lingua in senso democratico sia comprenderne i meccanismi e le valenze politiche.
18,50 17,58

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