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Ist. Italiano Studi Filosofici: Momenti e problemi della storia del pensiero

Tutte le nostre collane

Candido e il Leviatano. Vita e opere di Leonardo Sciascia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 292
«Scrivendo questa monografia (apparsa in romeno presso la Casa Editrice dell'Istituto Culturale Romeno nel 2004) non mi ero chiesta con troppa insistenza quali e come sarebbero stati i miei lettori: perché latente, dentro la mia mente ed anima, c'era la certezza di rivolgermi a romeni che conoscono forse poco o affatto l'uomo Sciascia e la sua opera, che hanno un'idea piuttosto vaga della storia politica e culturale dell'Italia nella seconda metà del Novecento, ma che sicuramente hanno vissuto, almeno in parte, la nostra dittatura (non l'«eterno fascismo italiano» di Sciascia, ma l'eterno comunismo romeno — per altro non molto dissimili), col suo controllo ideologico e la sua polizia politica (che ha tante cose in comune con l'OVRA, ma anche con l'Inquisizione spagnolesca della Sicilia, che ritornano ossessivamente in Sciascia); che, dopo, hanno vissuto la grande speranza della libertà e del cambiamento per vedere poi come i più fedeli della dittatura di ieri diventano i più zelanti fautori della democrazia di oggi, sparpagliandosi per i vari partiti politici dei più vari colori (come gli ex-fascisti in Candido) e servendosi di qualsiasi ideologia purché, al governo o in opposizione, rimangano dentro l'apparato (come i vari politici del Contesto), dentro quella struttura compatta che è il potere effettivo e non trasparente (il Leviatano di Sciascia); che hanno visto come le vecchie relazioni personali si riannodano per costituire gruppi di potere economico sotterraneo, cosche di vario grado ed estensione, che la stampa, finalmente libera ed impotente, chiama, con parola prettamente siciliana, «mafie», e parla di «baroni locali» (termine assolutamente estraneo alla tradizione storica romena, ma familiare a quella siciliana, e diventata perfettamente comprensibile a ogni mio concittadino di oggi); che hanno visto che le nuove leggi, migliori in teoria, in pratica migliori non possono diventare finché si applicano selettivamente secondo i casi e le persone; che lo Stato (cioè quello Stato di diritto, di matrice illuminista, agognato da Sciascia ma ormai da tanti e dappertutto) non si fa vedere; che hanno vissuto la violenza di strada (le famose «mineriadi» — le marce su Bucarest» dei minatori) sotto cui covava una strategia della tensione non molto diversa da quella degli anni di piombo in Italia (ricordiamoci Il cavaliere e la morte di Sciascia); che hanno verificato sul vivo le parole di Sciascia: «non si saprà mai alcuna verità sui fatti delittivi che abbiano un rapporto, se pur minimo, con la gestione del potere...» (Dalla Prefazione)
22,00 20,90

Giambattista della Porta in edizione nazionale

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 288
Atti del Convegno di studi svoltosi a Napoli, 26-28 ottobre 2004, promosso dal Comitato per le celebrazioni del IV centenario dell'Accademia dei Lincei e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
20,00 19,00

Dalla «Scienza nuova» all'ermeneutica. Il ruolo di Giambattista Vico nella teoria dell'interpretazione di Emilio Betti

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 304
«Che il lavoro che brevemente presento entri a far parte di una collana dedicata a momenti e problemi della storia del pensiero spinge a vedervi applicato il criterio del right man at the right piace con una non abusiva sostituzione dell'opera alla persona e ciò con riguardo sia ai «momenti» sia ai «problemi». L'autore infatti approfondisce bene il pensiero di Vico nella riflessione, peraltro correttamente rifiutata, che se ne è avuta da parte in specie di Croce e non meno bene il costituirsi del pensiero ermeneutico bettiano con il rifarsi a Vico. Dopo di che il rapporto così instaurato diventa la base valida di una verifica importante, vale a dire della qualità della Scienza nuova come hermeneutica historiae, una scoperta, come sappiamo, di Emilio Betti. Qui Daniele Piccini indica la progressiva articolazione di questa scoperta, dai momenti iniziali, che sono quelli della storia del diritto e del metodo, a quelli che via via si manifesteranno nella concreta ricerca bettiana da cui è nata la teoria generale dell'interpretazione fino alla definitiva e determinante lezione su I principi di Scienza nuova di G. B. Vico e la teoria della interpretazione storica. Un itinerario che io stesso ho tentato a suo tempo di tracciare attraverso scritti vari di Betti per mostrare il nesso strutturale tra diritto, metodo ed ermeneutica che si è venuto formando in quel pensiero...» (Dalla Presentazione di Giuliano Crifò)
20,00 19,00

Crisi e critica dell'antropologia. Epistemologia, etica e scrittura

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 213
«Fin dalle sue origini l'antropologia culturale ha posto al centro dei propri interessi i simboli e il linguaggio riconoscendo il ruolo determinante delle pratiche comunicative e linguistiche nella formazione e trasformazione delle culture, nonché nell'attribuzione e nella distribuzione sociale del potere. Forse proprio la lunga consuetudine a trattare simili questioni come "oggetti del campo" — osservati da una lente esterna — ha reso particolarmente destabilizzante per lo statuto della disciplina il dibattito sul linguaggio e sul potere, quando lo sguardo dell'antropologia è stato rivolto in modo riflessivo alle pratiche della ricerca e alla costruzione dei testi etnografici. Già alla metà degli anni Sessanta la discussione sulla natura delle "fonti" del sapere antropologico aveva inaugurato una riflessione via via più corrosiva nei confronti del concetto di cultura, mettendone in luce il carattere dinamico in opposizione alla tradizionale visione Dmeostatica. Benché tendesse ad accentuare l'instabilità dei dati, tale dibattito lasciava intatta la fiducia nei testi — contenitori in cui le fonti sarebbero semplicemente ordinate e riprodotte —, nonché l'autorità :on cui la disciplina ha da sempre perseguito la promessa relativistica di far parlare "altre voci". Negli stessi anni, il confronto tra filosofi e antropologi sul tema della razionalità (Rationality Debate) portò ad una decisiva relativizzazione del modello classico di conoscenza basato sulle leggi della logica aristotelica. Ciò contribuì a consumare lentamente la fiducia in una forma di oggettivismo che presupponeva la rigorosa concordanza di idee e concetti con i dati del reale, e che escludeva qualsiasi condizionamento interpretativo del soggetto...» (Dall'Introduzione)
16,00 15,20

José Ortega y Gasset. Critico del pensiero classico tedesco

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 208
«Questo lavoro conclude una ricerca che ha avuto una prima elaborazione nella tesi di dottorato in Metodologie della Filosofia, svolta all'Università di Messina, sotto la guida del prof. Girolamo Cotroneo. Successivamente, l'approfondimento è stato possibile grazie a una borsa di studio dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici...» (Dalla Premessa)
18,00 17,10

Nel contesto. Sulla critica di Adorno a Husserl

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 142
«E libro, in stile discorsivo ma aforistico, si articola in cinque capitoli, che si snodano sulla falsariga dell'evoluzione del pensiero di Husserl, la cui conoscenza viene in qualche modo presupposta, anche se poi in realtà ciò che sta a cuore è affrontare alcuni nodi del pensiero dialettico. L'evoluzione del pensiero di Husserl è contraddistinta dall'iniziale ontologismo dei Prolegomena alla logica pura, per poi passare alla correlazione noetico-noematica delle Ideen, da qui alla genesi trascendentale dei giudizi logici in Logica formale e trascendentale, e sfociare infine in una ripresa di posizioni idealiste nelle Meditazioni cartesiane. Sullo sfondo di questa ricostruzione, ma senza mai separarla da essa, si stagliano le figure propriamente dialettiche, che costituiscono il tema della ricerca. Vediamo quali. Nel primo capitolo dal titolo L'apparire della cosa si parte dal problema chiave indicato da Husserl, quello del superamento del controsenso dell'idealismo trascendentale: come posso attingere a una realtà oggettiva dopo aver preliminarmente separato il soggetto dall'oggetto. La risposta dialettica a questo problema, la quale è condotta in sintonia con le Ricerche Logiche, che integrano l'ontologismo dei Prolegomena con la prospettiva fenomenologica del secondo volume, è che si deve e si può andare oltre il soggetto trascendentale, ma che questo superamento è possibile solo conservando il moderno punto di vista della soggettività, che non pare valicabile. Dopo di ciò i tentativi di abbandonare il soggetto sono da respingere come ontologici...» (Dall'Introduzione)
14,00 13,30

Architettura e variazione. Attraverso Gilles Deleuze

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2021
pagine: 135
«Nel capitolo conclusivo di Le pli, dopo aver attraversato, sulle tracce del pensiero leibniziano, alcuni crocevia fondamentali e decisivi della civiltà europea del seicento — l'estetica, la metafisica, la matematica, la pittura, la poesia, l'architettura — Deleuze definisce l'idea di barocco come piega che va all'infinito, come movimento ricco di sovrapposizioni, di differenze, di contraddizioni. In questa prospettiva, egli riprende, risignificandola su nuovi registri, la lettura suggerita da Walter Benjamin, il quale aveva posto al centro del barocco il concetto di allegoria, da intendere non come un simbolo mancato o una pietrificazione astratta, ma come «una potenza di figurazione del tutto differente da quella del simbolo». E se il simbolo "compone l'eterno con l'istante, quasi al centro del mondo [...] l'allegoria scopre la natura e la storia seguendo l'ordine del tempo, fa della natura una storia e trasforma la storia in natura, in modo che non ha piú centro". In questi rilievi sono le linee di una filosofia aperta, radicalmente problematica, il cui fondamento è nell'idea di differenza, che si dà come organismo vivente, come mondo di simulacri liberi, di eventi, sottratti alla tirannia dell'identità e della somiglianza. Essa costituisce l'orizzonte teorico del libro di Leopoldo Repola, il quale non ha voluto offrirci un mero contributo storico-filologico, indagando particolari forme dell'architettura del nostro tempo; si è proposto, invece, di elaborare strumenti poetologici atti a gettare una sonda sensibilissima nella ontologia del fare, del costruire, dell'in-ventio, dell'immaginazione materiale. Il volume si configura come una sorta di sguardo attraverso, rivolto a piegare, a dispiegare, a ripiegare i grandi processi di trasformazione che, soprattutto dalla seconda metà del Novecento, hanno ridisegnato la storia dell'abitare, del vivere e dell'operare del nostro tempo...» (Dalla Prefazione di Aldo Trione)
13,00 12,35

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