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Guerini Scientifica: Orientarsi nel pensiero. Nuova serie

Tutte le nostre collane

Dynamis. Ontologia dell'incommensurabile

Libro
anno edizione: 2017
pagine: 272
L’ipotesi esposta in questo libro è che le radici dell’ontologia dinamica che si delinea negli ultimi dialoghi di Platone, culminante nella definizione dell’essere come "dynamis" nel "Sofista", sono da rintracciare nel dibattito matematico intorno alle grandezze incommensurabili. Esse sono presentate come la soluzione del problema del non-essere, che comporta il passaggio a una forma di razionalità non commisurativa, ma mediativa, che trova la sua massima espressione nel trascendentalismo kantiano e nelle filosofie che da esso derivano, dallo hegelismo all’ermeneutica novecentesca. La dimostrazione dell’incommensurabilità della diagonale non è però solo il punto di svolta verso un’ontologia della "dynamis": è anche il presupposto di un’ontologia intrinsecamente differenziale, che non collassi nella tautologia; di una concezione dell’esistenza in termini posizionali e non quantificazionali, e di una concezione realmente trasformativa ed emancipante della ragione. L’incommensurabile rappresenta il concetto di un’esteriorità o di un eccesso irriducibile a un dominio dato, e quindi il fondamento di quella che qui viene chiamata "una microfisica della libertà".
24,50 23,28

Il pensiero dei sensi. Atmosfere ed estetica patica

Libro
anno edizione: 2017
pagine: 256
Noi pensiamo e agiamo sempre all'interno di atmosfere e di tonalità emotive. Non importa quanto consapevolmente. Prima ancora di vivere in spazi misurabili, viviamo infatti immersi in sentimenti effusi nello spazio, dei quali, per quanto solo vagamente descrivibili, sentiamo talvolta con certezza la presenza e spesso anche l'autorità. Sentiamo, più precisamente, che le atmosfere intonano potentemente e in modo specifico la nostra esistenza, che in certi casi addirittura ci aggrediscono, fino a contagiare profondamente il nostro modo di vivere, tanto che solo entro certi limiti possiamo loro resistere, tentando magari di riprogettarle o quanto meno di pianificarne l'effetto. Per quanto le atmosfere siano un argomento tipicamente transdisciplinare (architettura, sociologia, antropologia, psicopatologia, geografia antropica, arte ecc.) e, in quanto quasi-cose, un tema ontologicamente eversivo, a interessarsene dev'essere anzitutto l'estetica. Ma un'estetica che non si accontenti più (come negli ultimi due secoli) di essere una teoria dell'arte e del giudizio critico su oggetti speciali come le opere d'arte, e ritorni alla sua definizione originaria di «teoria della conoscenza sensibile e corporea», non può che essere un'estetica patica: una riflessione filosofica, cioè, su che cosa significhi esporsi a quanto (soprattutto di inatteso) ci accade di provare. Alla luce del paradigma atmosferologico l'uomo è ancora un soggetto, ma la sua maturità non sta più nel saper essere soggetto di qualcosa, bensì nel saper essere soggetto a qualcosa. E per questo egli deve imparare come essere con «competenza» all'altezza dei sentimenti atmosferici che il mondo gli offre.
22,50 21,38

Il sogno di una copia. Del doppio, del dubbio, dell malinconia

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: 191
Anche se è vero che la depressione imita i segni e i sintomi della malinconia, perché tendiamo a confonderle e a pensare l'una come una copia dell'altra? In un mondo quale è il nostro attuale, in cui le copie, materiali e virtuali, sono prodotte in serie e in grande abbondanza, qual è il sogno di una copia se non quello di voler essere un originale? Se non si crede più alla corrispondenza tra rappresentazione e realtà, a cosa bisogna credere? L'odierna tendenza a patologizzare il normale evidenzia la confusione tra i modi di essere «sani» e le malattie, soprattutto perché non ci si rassegna ad accettare i nostri limiti e la nostra mortalità; il sogno di una copia che si vuole sostituire all'originale e mostrarsi migliore di esso affiora in un mondo in cui il virtuale appare più vero del reale. Questo libro ruota criticamente attorno ai modi e ai limiti entro cui produciamo i concetti e ci rappresentiamo le cose a partire da problemi, domande, dubbi, ambivalenze di un'epoca come la nostra dove, attraverso finestre, ci affacciamo su un mondo fatto della materia virtuale dei nostri sogni.
18,50 17,58

Filosofie della metafora

Libro
anno edizione: 2016
pagine: 144
Le lingue che parliamo sono strumenti straordinariamente vivi e flessibili. La metafora è uno dei mezzi più comuni con cui entriamo nel loro cuore pulsante: inventiamo nuovi usi dei vocaboli, violiamo le regole, allarghiamo i dizionari. Questo libro si occupa della metafora come un laboratorio nel quale studiare fenomeni linguistici complessi, eppure molto frequenti. Ma per riuscirci è necessario mettere da parte un pregiudizio pesante: la convinzione che facciamo metafore soltanto per abbellire i nostri discorsi. Non è così. Il linguaggio metaforico è qualcosa di molto più importante. È uno strumento che ci fa vedere la realtà con occhi diversi. Perciò parliamo di "linguaggio figurato". Nella metafora, le parole e le immagini si incontrano e ci aiutano a comprendere il mondo più a fondo di quanto non accada a uno sguardo muto.
14,50 13,78

Logica e immagine del mondo. Studi su «Über Gewissheit» di L. Wittgenstein

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: XIII-275
Da qualche anno ormai "Della certezza" (Über Gewißheit/On Certainty) di Ludwig Wittgenstein è al centro dell'interesse non solo degli interpreti wittgensteiniani, ma anche di epistemologi, filosofi del linguaggio, studiosi di pragmatica e filosofi in genere. Allo stesso modo è diventato cosa comune tra alcuni studiosi parlare, sulle orme di Avrum Stroll e Danièle Moyal-Sharrock, di "Della certezza" come del terzo capolavoro di Wittgenstein, da aggiungere al "Tractatus logico-philosophicus" e alle "Ricerche filosofiche". Il libro di Luigi Perissinotto, che qui viene ristampato con una nuova prefazione e che risale al 1991, è stato in Italia, ma non solo, uno dei primi studi complessivi su "Della certezza" e uno dei primissimi tentativi di studiarne il ruolo nel contesto dell'intera opera di Wittgenstein, anche al fine di stabilire il contributo che essa può dare ai grandi temi filosofici del dubbio e della certezza, della credenza e della conoscenza, dello scetticismo e del fondazionalismo. Nonostante gli anni trascorsi, il libro resta un utile commentario e un'importante introduzione, ancora in grado di dialogare con la più recente e aggiornata letteratura, a queste tarde e suggestive annotazioni dell'ultimo Wittgenstein.
21,50 20,43

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