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Adda: Quaderni del Centro di Studi Normanno-Svevi

Tutte le nostre collane

"Ad consueta solacia lacus pensulis". Il castello di Lagopesole tra età sveva e angioina

Libro: Libro in brossura
editore: Adda
anno edizione: 2018
pagine: 246
Il castello di Lagopesole si inserisce in un sistema, tipico dell’Italia meridionale del XIII secolo, che integra le funzioni di difesa e controllo del territorio con quelle dello svago e della rappresentatività legittimante del potere. Al tempo stesso fortezza e reggia, castrum e domus solaciorum, per l’amenità della natura e la piacevolezza del clima, fu particolarmente gradito a Manfredi, figlio dell’imperatore Federico II di Svevia, che vi si trattenne ripetutamente. E ospitò anche Carlo I d’Angiò, che si recò proprio lì subito dopo la vittoria della battaglia di Benevento (1266), nella quale lo stesso Manfredi, suo nemico, perse la vita. Il castello di Lagopesole spesso rappresentò, dunque, il luogo ideale dove un sovrano poteva piacevolmente sfuggire all’opprimente calura estiva e ritemprarsi nei momenti lasciati liberi dagli impegni bellici e di governo. Questo volume, raccogliendo saggi di diversi specialisti internazionali e mettendo a confronto metodi di lavoro differenti, ricostruisce le complesse vicende di un castello che si trova in uno dei territori più suggestivi del nostro Mezzogiorno, in un luogo un tempo boscoso e adatto alla caccia, ricco di acque pure e refrigeranti. Un castello tradizionalmente identificato come “federiciano”, ma che rivela stratificazioni assai più articolate, che hanno ancora molto da raccontare.
20,00 19,00

Alle fonti della Basilicata medievale: edizioni, progetti, cantieri

Libro: Libro in brossura
editore: Adda
anno edizione: 2017
pagine: 344
Tornare a discutere della situazione delle fonti per lo studio della Basilicata medievale: questo è l’obiettivo delle relazioni presentate durante un Seminario di studi tenuto a Lagopesole nel marzo 2016 e qui raccolte in volume. Lo spettro tipologico proposto si apre anche alle fonti narrative, come pure a quelle sempre più ricche e promettenti di ambito artistico ed archeologico, in modo da fornire (e aggiornare) un quadro stimolante e a tratti anche provocatorio, mostrando limiti e potenzialità di un contesto di storia regionale che non può che avvantaggiarsi da una collocazione in una prospettiva di storia generale in grado di affrancarlo da un atteggiamento spesso acquiescente e passivo nei confronti della tradizione e del cliché di una regione immobile nel tempo. Da questo discende in parte la mancata pubblicazione dei fondi conservati in originale negli archivi lucani – sopravvissuti al concentramento, con imprevista distruzione, nell’Archivio di Stato di Napoli – e fuori regione, o di quanto in tempi diversi è stato trascritto da originali oggi perduti. Tanto più opportuna appare la ponderata riflessione sullo stato dell’arte qui proposta, pensata e programmata come solida base per un lavoro di edizione e scavo che presenta ancora notevoli margini di incremento.
25,00 23,75

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