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«Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra

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«Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra
Titolo «Nessuno è rimasto ozioso». La prigionia in Italia durante la Grande Guerra
Autore
Collana Temi di storia, 266
Editore Franco Angeli
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 282
Pubblicazione 07/2019
ISBN 9788891787231
 
31,00 29,45
 
Risparmi: €  1,55 (sconto 5%)

 
Nel corso del primo conflitto mondiale, l’enorme numero dei prigionieri di guerra divenne una risorsa economica fondamentale per gli Stati impegnati nello sforzo bellico. Attraverso un ampio scavo archivistico l’autrice analizza come si sia sviluppato in Italia un vero e proprio sistema organizzato di lavoro forzato, che modellò la struttura dell’internamento militare al punto che, in breve, agricoltura e industria si contesero l’assegnazione delle centurie di prigionieri. Le ripercussioni della sconfitta di Caporetto tolsero forza-lavoro all’economia del Paese e i prigionieri, spostati in zona di guerra, divennero vere e proprie truppe di seconda linea al fronte. Dopo la battaglia vittoriosa di Vittorio Veneto, l’afflusso massiccio di prigionieri austro-ungarici mise in grande difficoltà la struttura concentrazionaria italiana e i detenuti dei campi di concentramento scontarono la precarietà della situazione con fame, freddo e malattie epidemiche (tifo petecchiale e malaria), ma anche la volontà punitiva dei vincitori. Lo Stato italiano, infatti, dopo la firma dell’armistizio negò sempre, ostinatamente, il permesso di visitare le proprie strutture ai rappresentanti della Croce rossa ungherese e austriaca, ma anche a quella internazionale di Ginevra.
 

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