Il volume ricostruisce il contributo offerto da uno dei maggiori economisti del Novecento e dal chimico, scienziato sociale e filosofo Michael Polanyi al dibattito sulla pianificazione che si sviluppa in Inghilterra a partire dal crollo del 1929. In una fase di crisi acuta del liberalismo tradizionale, i due autori assumono una posizione controcorrente: pur non invocando il ritorno al laissez faire, respingono, sia pure con gradazioni diverse, l'intervento dello Stato, in economia come nella scienza e nella cultura; anzi, teorizzano che la programmazione tout court è destinata a sfociare nel più inumano totalitarismo.