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Libri di Silvia Albesano

Biografia e opere di Hildegard Elisabeth Keller

Niente uccide come l'America. La storia vera di un omicidio in Mississippi

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 432
Il 28 agosto 1955, fuori dalla cittadina di Drew, in Mississippi, Emmett Till, un ragazzino nero di quattordici anni appena arrivato da Chicago, venne rapito, torturato e ucciso da un gruppo di uomini bianchi. Quando riemerse dal fiume, alcuni giorni dopo, il suo cadavere era legato con il filo spinato alla ventola di una sgranatrice di cotone. Perché tanta violenza? Quale poteva essere la ragione di una simile barbarie? Emmett, si disse, era stato punito per aver infranto una regola non scritta ma inviolabile per i neri del Sud: aveva guardato negli occhi e fischiato a una donna bianca. Al processo, i responsabili del linciaggio furono assolti da una giuria che con gli assassini condivideva non solo il colore della pelle, ma anche l'ideologia del suprematismo bianco. A settant'anni di distanza, il giornalista Wright Thompson, bianco «figlio del Delta», è ritornato sui luoghi dell'orrore. Una manciata di chilometri quadrati dove nacquero il blues e il Ku Klux Klan, dove la terra rossa delle piantagioni vide l'ascesa e il declino dell'economia del cotone, dove, soprattutto, una popolazione bianca povera e impotente ma incline alla violenza cercò di imporre la segregazione razziale. Un viaggio, quello di Thompson, nel tempo e nella geografia, nella storia e nella cultura di una regione dove ogni cosa si intreccia: vicende familiari, ricordi, racconti di umiliazione e di riscatto, morti e rinascite. Per approdare infine a una verità sconcertante. L'omicidio di Emmett Till non fu altro che l'estremo tentativo di difendere un modo di vivere che si era sgretolato e ridotto in polvere. Un punto di rottura. Con il linciaggio di un ragazzo, il Delta in rovina e abbandonato mostrava a tutti i suoi peccati. Oggetto di unanime plauso da parte di pubblico e critica, "Niente uccide come l'America" riporta alla luce uno dei più famigerati omicidi nella storia degli Stati Uniti. Un crimine efferato che scosse la coscienza americana e divenne simbolo delle ingiustizie razziali.
22,00 20,90

Di luce e polvere

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2025
pagine: 224
«Mozi» recita l’insegna di un edificio abbandonato in un paesino dell’Ungheria. Significa «cinema» e cattura lo sguardo della narratrice di questa storia. Straniera in viaggio nella vasta piana ungherese, che appare come una terra incantata di orizzonti infiniti e nostalgia, non resiste all’impulso di comprare il cinema in disuso che è stato un tempo il centro vitale del villaggio. E ricostruendo la storia romantica e leggendaria dell’uomo che lo aprì nel dopoguerra, lo rimette in funzione con l’aiuto di personaggi degni dell’impresa donchisciottesca, come Józsi, l’ex proiezionista ora meccanico di biciclette, e la moglie Ljuba, che di lui si innamorò quando un fulmine interruppe la proiezione del suo film preferito. Così il dimenticato Mozi riprende vita, con un accurato programma d’autore per un pubblico pressoché inesistente, con le foto incorniciate delle stelle del passato e il glorioso diploma vinto a un concorso socialista del 1975, con le pellicole recuperate per i suoi imponenti proiettori novecenteschi e il loro prodigioso fascio di luce. Esther Kinsky intreccia una storia tra realtà e fiaba, ricca di richiami ai grandi maestri del cinema, a un’accorata riflessione su quello che il cinema come luogo fisico è stato per meno di un secolo: una finestra magica che ampliava lo sguardo e accendeva sogni, uno spazio protetto dal mondo che offriva un’esperienza comunitaria condivisa, oggi sostituita dalla privatizzazione delle esperienze. E il suo racconto diventa un atto di resistenza poetica al tramonto del «grande tempio delle immagini in movimento».
18,00 17,10

Il seno. Storia culturale di una parte politica del corpo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2024
pagine: 272
Il seno è una parte del corpo come le altre, eppure non lo è. È multifunzionale e ambiguo, e nel corso della storia è stato considerato peccaminoso, attraente, sacro, liberatorio, repellente, eroico. La sua presenza e funzione vengono ricondotte di volta in volta alla natura, alla provvidenza divina o alla scienza. Così il seno è diventato (e lo è ancora, potentemente) oggetto di dibattito morale, scientifico, artistico, femminista e dunque: politico. Sebbene etichettato come «tratto sessuale secondario», il seno femminile è di interesse primario. Nutre, ma è capace di sedurre, è considerato sacro o sessualizzato – a seconda dell'età e della cultura, del contesto e della prospettiva. Contenuto e ridotto a tabù, il seno nella storia è stato innalzato a reliquia santa e insieme tacciato di provocare lussuria, è stato appiattito e nascosto con i primi corsetti per poi essere messo in bella mostra, è stato infine scoperto come simbolo di libertà nel XVIII secolo fino a essere usato, oggi, come organo di protesta. Nell'attualità, il seno delle donne è ancora un problema politico quando viene mostrato in pubblico lontano da contesti vacanzieri in cui può essere tollerato, e persino la sua visibilità «sfrenata» sotto i vestiti è percepita come una provocazione sconveniente. Anja Zimmermann, studiosa di cultura visuale e gender, esamina questa parte del corpo ambigua e sfaccettata da diverse prospettive, ma sempre con un taglio politico. L'autrice, tra attualità ed esempi dalla storia antica e recente, riesce a comporre un mosaico unico e convincente che rimette il seno (antico caposaldo femminista) al centro del dibattito attuale sulle relazioni di genere, sul patriarcato, sui movimenti queer e sul politicamente corretto.
22,00 20,90

Aspettando di essere arrestati la notte. Storia di un poeta uiguro e di un genocidio in Cina

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2024
pagine: 240
Sottoposti a un'ossessiva sorveglianza con sofisticati strumenti digitali, privati dei più elementari diritti civili, arrestati in massa senza alcun motivo, rinchiusi a lungo in campi di rieducazione: da tempo la minoranza musulmana degli uiguri è oggetto di una brutale persecuzione da parte del governo cinese. Regista di successo, poeta innovativo e intellettuale di spicco, Tahir conosce bene la violenza dello Stato, avendo trascorso, fra il 1996 e il 1998, quasi tre anni in un campo di lavoro dove era stato indotto a confessare reati mai commessi. Ma dal 2017 la repressione ha assunto una nuova, terrificante intensità: il governo ha iniziato a mettere a tacere le voci critiche al regime, a confiscare i passaporti, a prelevare campioni di sangue e dati biometrici degli uiguri, e a internare nei campi di rieducazione quanti ritenuti «non affidabili». Mentre notte dopo notte, uno dopo l'altro, i suoi amici e conoscenti scomparivano nel nulla, a Izgil è diventato sempre più chiaro che nessuno sarebbe stato al sicuro. Si scoprì a pensare a un vecchio proverbio uiguro: non c'è muro che possa fermare il vento. Sarebbe bastata la delazione di un vicino di casa, una telefonata a un amico espatriato, la lettura di un libro messo al bando dal regime, perché da un momento all'altro la polizia arrivasse nel cuore della notte ad arrestarlo. Nel mezzo, la paura, e l'attesa. Un'attesa logorante. In un memoir lirico e profondamente coraggioso, Izgil raccontando la sua storia rende palpabile la tragica condizione di un popolo costretto con la forza a rinunciare alla propria religione, a tradizioni millenarie e persino alla lingua degli avi, vittima di un genocidio culturale che lascia un'unica alternativa, per quanto rischiosa e sofferta: fuggire dal paese, in cerca di libertà e speranza per sé e per la propria famiglia.
19,00 18,05

Fervore

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2024
pagine: 336
I Rosenthal non sono una famiglia come le altre. Eric e Hannah sono ebrei osservanti e vivono con i tre figli – Gideon, Elsie e Tovyah – e nonno Yosef, sopravvissuto alla Shoah, in una villa nella zona nord di Londra. Avvocato mite e dai modi cortesi lui, giornalista oltremodo ambiziosa lei, entrambi credono profondamente nella verità, parola per parola, dell’Antico Testamento, dunque in una vita dove Dio (e il demonio) sono presenti in ogni istante. Vita densa di fede e di precetti in cui i tre ragazzi, ciascuno per sé, crescono faticosamente in cerca di uno spazio proprio. Poi arriva il giorno in cui Hannah – a dispetto di tutti, incluso il diretto interessato – annuncia di voler scrivere un libro sulla storia del suocero, cui non resta molto da vivere, e la situazione in casa precipita. Dal passato in Polonia, un segreto terribile allunga la sua ombra nera sui Rosenthal, e la quattordicenne Elsie, fino a un istante prima figlia perfetta e nipote prediletta, comincia a sgretolarsi sotto lo sguardo attonito della famiglia. Quando poi, sopraffatto dai ricordi traumatici, il vecchio Yosef muore, Elsie scompare, per poi ricomparire, quattro giorni dopo, misteriosamente diversa. Niente è più come prima: la ragazza sembra posseduta da una forza tenebrosa e la sua sofferenza diventa un buco nero che inghiotte il resto dei Rosenthal. Elsie si è persa nel labirinto del misticismo ebraico evocando oscure presenze, secondo Hannah; Elsie è vittima della loro famiglia altamente disfunzionale con l’aggravante della religione, secondo Tovyah, che si è rifugiato a studiare a Oxford, lontano da tutto questo, dalla madre e dall’eco mediatica del suo libro. Di quel libro che mette a nudo la vita di suo nonno, la loro vita. Forse non è troppo tardi per salvare Elsie dal fuoco della dannazione. O forse sì.
19,00 18,05

Teatro totale. Scritti e colloqui sul teatro musicale. 1947-1974

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2024
pagine: 232
«Questa è la prima pubblicazione italiana di alcuni scritti di Felsenstein: una raccolta di riflessioni, articoli, interviste che nascono a partire dal suo lavoro sul palcoscenico, a diretto contatto con gli interpreti e i suoi collaboratori. Non sono saggi teorici, quanto piuttosto pezzi di vita, testimonianze del lavoro portato avanti con dedizione e caparbietà a partire dal secondo dopoguerra, negli anni in cui si andava definendo un nuovo linguaggio teatrale che nel campo dell’opera lirica e del teatro musicale in genere sarebbe stato destinato a modificare radicalmente l’interpretazione dei classici, offrendo un diverso approccio estetico e narrativo. La sua attenzione ai dettagli e la cura nella rappresentazione degli ambienti e dei personaggi contribuirono a creare una forte connessione emotiva tra il pubblico e le opere rappresentate: l’opera lirica era intesa non solo come uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie, ma anche per la mente e l’anima dello spettatore. Alcune delle sue lettere testimoniano, anche a livello aneddotico, la dedizione inscalfibile che quest’uomo ebbe verso il teatro che dirigeva, e suonano come un monito, per chi rappresenta un’istituzione culturale, a vivere con passione e creatività il proprio compito. Ogni teatro è lo specchio di una città, ed è commovente il rispetto che Felsenstein nutriva verso il pubblico, la passione nel mantenere sempre un dialogo tra il palcoscenico e i cittadini che partecipano. Felsenstein sembra dirci che bisogna investire sul teatro perché rende unica e speciale una città, la rende viva testimoniando la sua collettività.» Damiano Michieletto
29,00 27,55

I confidenti

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2024
pagine: 224
Estate 1976, un piccolo sobborgo di Dresda. Karin ha sedici anni e la sua vita ruota intorno a Paul, il suo primo grande amore, l’amica Marie, che sogna di diventare la prima donna ad andare sulla Luna, e la sorellina di cui si prende cura mentre i genitori si stanno lasciando. Quando Paul parte per una gita in moto in Cecoslovacchia, Karin si trova in casa la Stasi e scopre che il ragazzo è fuggito all’Ovest. Di colpo il mondo esterno e il regime, finora per lei innocua cornice del quotidiano, travolgono la sua esistenza. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? È riuscito ad arrivare di là sano e salvo? Sola, smarrita, incompresa da chi la crede complice o evita le sue domande per non avere guai con l’apparato, Karin conduce in segreto la propria ricerca della verità, mentre il seducente funzionario Wickwalz comincia a farle visita regolarmente, offrendo conforto e risposte ai suoi dubbi e alle sue ferite, e diventando per lei l’unica presenza rassicurante. Credendosi tradita, Karin si scoprirà traditrice, intrappolata in un gioco manipolatorio in cui non può esistere l’innocenza. Con uno sguardo intimo ma di implacabile lucidità e una lingua tersa, essenziale, capace di rendere con poche pennellate complessità e sfumature, Charlotte Gneuss racconta l’incontro tra la libertà della giovinezza e il potere autoritario, ritraendo un mondo governato dall’ambiguità a cui è così facile adattarsi per sopravvivere, un mondo dove tutto sembra scivolare tra le dita, anche la morale.
17,00 16,15

Perché sono da sempre un corso d'acqua

Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2023
pagine: 344
“Perché sono da sempre un corso d’acqua” è un romanzo che non assomiglia a nessun altro, è il racconto di tutte le nostre esistenze. Quando sua nonna comincia a perdere la memoria, Kim cerca di riempire i silenzi scavando nei ricordi dell'infanzia, finendo in balìa di un’infinita rabbia e di una terribile tenerezza. Le famiglie sono così: nascondono e sotterrano, deridono e feriscono ma allo stesso tempo cullano e proteggono. Per cambiare la propria storia bisogna prima di tutto conoscerla e per questo Kim decide di ricostruire il suo albero genealogico. I rami della sua storia famigliare brulicano di corpi femminili, che hanno assunto forme diverse e hanno indossato vite che non corrispondevano alla loro perenne tensione verso la libertà. Kim deve iniziare a guardare sotto le ferite evidenti, sotto quelle celate, quelle ereditate e lasciare che finalmente il dolore sgorghi, come un’alluvione che cambia le sorti di quello che investe. Tutti cerchiamo da sempre un modo per parlare di noi e di quello che portiamo scritto nel sangue, pur sapendo che non è sufficiente la lingua di tutti i giorni per dire l’indicibile. È necessario inventarsi un linguaggio nuovo per raccontare la sostanza di cui siamo fatti: una lingua ma(d)re. Una lingua che «è gocciolare, cadere, confondersi, scorrere, radicarsi, fluire». Perché questa è la magia dei racconti: saper tessere la presenza dall’assenza. Una volta imboccata la strada della ricostruzione, tornare al punto di partenza è impossibile. Nella chiusura del cerchio la linea finale manca di qualche millimetro la linea iniziale e quella che sembrava una forma perfetta è in realtà piena di spigoli smussati, come un corpo non conforme.
19,00 18,05

L'albero madre. Alla scoperta del respiro e dell'intelligenza della foresta

Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2023
pagine: 464
Suzanne Simard è una pioniera nel campo della comunicazione e dell'intelligenza delle piante: nel 1997 dimostrò in un articolo su «Nature» come gli alberi comunicassero tra loro attraverso un'immensa rete sotterranea di funghi, riscrivendo uno dei paradigmi della teoria evoluzionistica, secondo cui è la competizione tra le piante a modellare le foreste. Simard suggeriva infatti che fossero la vicinanza e la collaborazione, la diversità e l'inclusione a garantire la vita, l'ecologia e il benessere dei grandi boschi. In queste pagine, commoventi e profondamente personali, l'autrice condivide il suo mondo, ricordandoci che la scienza non è un regno separato dalla vita ordinaria, ma profondamente connesso con la nostra umanità.
17,00 16,15

Requiem

Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2023
pagine: 320
Vestfalia, metà anni Trenta: giorno dopo giorno, in modo strisciante ma sempre più pervasivo, gli ebrei tedeschi vengono spogliati dei loro diritti; a colpi di leggi appositamente promulgate, vengono allontanati dalle professioni, primo passo verso la cancellazione dalla comunità civile. Molti tra loro non vogliono credere a ciò che sta accadendo: perché comuni cittadini dovrebbero temere per il proprio futuro, addirittura per la propria incolumità? Questa follia passerà, non può essere diversamente. Qualcuno riesce ancora a lavorare. Tra questi pochi, c’è Erich Krakau, violoncellista eccezionalmente talentuoso, membro prestigioso dell’orchestra municipale, che vive di sola musica e alla sua bellezza si aggrappa con l’incrollabile certezza che le conquiste civili costituiscano l’essenza della condizione umana di fronte alla barbarie. Tutto cambia, allorché il giovane Fritz Eberle, figlio di panettiere e membro delle SA nonché musicista dilettante di nessuna vocazione, decide che il posto di Krakau dev’essere suo. Spinto da un forte senso di rivalsa personale prima ancora che sociale, ma anche dall’odio razziale che contagia la popolazione, Eberle diventa ispiratore di una macchinazione micidiale, ordita su grande scala da arrivisti privi di scrupoli e assetati di egemonia, loschi figuri che intravedono la possibilità di farsi largo in un mondo che li aveva relegati ai margini. Oltre ai tanti che preferiscono voltare lo sguardo, ci sono tuttavia anche coloro che, avversando l’odio e le fantasie violente di chi detiene il potere, si battono per aiutare Krakau, per difendere l’umanità tutta dall’oscurità, a rischio della vita. Dall’esilio brasiliano che sarebbe durato fino alla sua morte nel 1999, Karl Alfred Loeser scrisse questo romanzo – che non vide mai la luce – negli anni Trenta, poi recuperato da un erede e pubblicato per la prima volta in Germania nel 2023. Ispirato alla vicenda reale che coinvolse lui e il fratello, il compositore e critico musicale Norbert Loeser, questo ritratto morale della Germania nazista prima dell’annientamento degli ebrei d’Occidente ha la forza di un romanzo distopico e lo stile di un grande classico letterario; con i suoi personaggi coraggiosi o vigliacchi, indifferenti o criminali, racconta l’abisso di ogni dittatura e i meccanismi del terrore con l’impatto straordinario di una voce profetica.
18,00 17,10

Rombo

Libro: Libro in brossura
editore: Iperborea
anno edizione: 2023
pagine: 288
«In seguito, tutti parleranno del rumore. Del rombo. Con cui è iniziato.» Il 6 maggio 1976 un violento terremoto colpisce il Friuli, squarciando il paesaggio e l’esistenza di chi lo abita. A rievocare quei giorni sono sette abitanti di una valle nell’estremo nord-est della regione. Uomini e donne all’epoca già adulti o ancora bambini di cui ricostruiamo le vite in un’arcaica comunità montana di origini slave, con la sua peculiare identità linguistica e storica, le sue suggestive tradizioni, il suo retaggio di terra povera e di confine dove si sognava di fuggire o di vedere il mare, dove si emigrava per lavoro e si ritornava con nostalgia. Una terra di leggende in cui il terremoto ha origine dal mostruoso Orcolat o dalla Riba Faronika, la possente sirena a due code. Alle voci umane che raccontano un mondo antico di colpo travolto dalla paura fanno da controcanto le voci della natura attraverso una vivida descrizione del paesaggio carsico, dai fiori agli uccelli – i soli viventi immuni al terremoto – fino alle rocce che nei loro strati e colori conservano traccia dei movimenti millenari della terra. Così la memoria dell’uomo, che tenta di ricostruire con le parole quello che è andato distrutto, che cerca segni premonitori nelle ore precedenti al sisma per non rassegnarsi alla propria impotenza, che va modellandosi nel tempo insieme alle ferite, sembra confrontarsi con la memoria geologica. In un mosaico narrativo che riesce a combinare scienza e poesia, "Rombo" racconta la precarietà dell’esistenza e il senso profondo del ricordo mettendo a confronto ciò che passa e perisce per sempre e ciò che rimane, sottoposto a incessante mutamento, in natura come nella memoria.
18,00 17,10

Quel che sembriamo

Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2023
pagine: 528
Nell'estate del 1975 Hannah Arendt vola per un'ultima volta dall'America alla Svizzera. Lì, in un appartato villaggio ticinese, intende trascorrere le vacanze e lavorare un po' al suo ultimo libro. Ma quell'intervallo di quiete in un luogo a lei tanto caro le offre anche l'opportunità di intraprendere un suggestivo viaggio a ritroso, un viaggio che inizia a New York nel 1941 e dura un'intera vita. Un viaggio in cui la accompagnano gli interlocutori di pensiero che furono per lei – inseparabilmente dal dialogo filosofico – amici, amanti, compagni di studio e di vita, da Walter Benjamin a Martin Heidegger, da Karl Jaspers a Ingeborg Bachmann. Strada facendo, la vediamo in ruoli e situazioni diverse: come donna innamorata, moglie e casalinga, come poetessa e narratrice di fiabe, come docente universitaria e come giornalista al processo contro Adolf Eichmann, a Gerusalemme. Il libro che nasce da quell'esperienza, "La banalità del male", spinoso fin dal titolo, scatena controversie che la trascineranno sotto gli impietosi riflettori dell'opinione pubblica, imponendole di pagare un prezzo di cui non ha mai parlato. Anche di questo racconta Hildegard Keller. La sua protagonista, di una vitalità irresistibile, è narrata con la delicatezza e la confidenza che derivano da una frequentazione profonda, e arriva dritto al cuore dei lettori.
19,00 18,05

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