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Libri di Alessandra Gazzolo

Biografia e opere di Alessandra Gazzolo

Lotto volante. Alla ricerca di occasioni perse

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2016
pagine: 128
"Ma che fai, continui? - Eh, per forza! - Lo sapete come va, no? Tu metti sul fuoco la pentola a pressione, piena di lenticchie. E quella inizia a bollire, fischia, sbuffa. Ma tu non la senti, sei di là che canti sotto la doccia. E lei continua a bollire e fischiare fino a che una lenticchia schizza su e si va ad incastrare proprio nella valvola. È così che dopo un infinito minuto di silenzio, in memoria di chissà chi, arriva inevitabile la deflagrazione. Lenticchie vengono sparate dappertutto, sul soffitto, sotto i mobili, sulle vecchie bollette, sull'orologio stile stazione appeso a bandiera e poi pure su quel pentolone di rame appeso al muro, che adesso ti domandi se per caso non sarebbe stato meglio usare al posto di quella comodissima, modernissima, infida pentola. E ora hai voglia a raccogliere tutte le lenticchie! Ci vorranno anni. E comunque qualcuna, da sotto la credenza, verrà sempre fuori. Quindi io continuo paziente la mia raccolta di lenticchie che, nel mio personalissimo caso, corrispondono a fotografie di mondo che a me piace sviluppare in versi e nel lento, sorridente idioma capitolino. Provate ad infilarci il senso che più ve le avvicina!"
10,00 9,50

Libbretto distruzioni. Pensieri ar vetriolo de 'n assistente de volo

Libro: Libro in brossura
anno edizione: 2015
pagine: 80
"Avete presente una domenica di primavera? Apri un occhio solo, guardi la sveglia, ti dice che è tardi, ma tardi per cosa? Allora tiri su la serranda, poco poco, perché la luce ti acceca, poi un po' di più e sbirci sotto... Ti si apre un mondo! Stropicci gli occhi e inizi a prendere nota di tutti i colori che ora vedi, che (forse) avevi sempre visto, ma non sentivi il bisogno di dipingere. Ecco, a quarantacinque anni ho iniziato a vivere la mia domenica di primavera. Tardi? Per cosa? Occhi, orecchi e naso funzionano bene e la penna è carica. Così, con scanzonata ironia ho cominciato a disegnare ciò che vedevo fuori e ciò che vivevo dentro. Ho scelto di farlo in romanesco, perché così m'è uscito, perché tutto è nato come un gioco e la lingua della mia città ben si presta a descrivere, con giocosa franchezza, tutte le sfaccettature della vita. Il romanesco non è difficile, più che un dialetto è un modo di essere, quindi è facilmente comprensibile anche da chi è nato 'fuori porta'."
10,00 9,50

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