Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Giappichelli: Biblioteca di diritto del lavoro

Tutte le nostre collane

Genitorialità e lavoro. Interessi protetti e tecniche di tutela

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 192
25,00 23,75

Il dirigente d'azienda. Figure sociali, fattispecie e disciplina

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 288
35,00 33,25

Il lavoro agricolo. Modelli e strumenti di regolazione

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 208
Il settore agricolo, connotato dall’andamento stagionale e discontinuo del ciclo produttivo, si caratterizza per la forte presenza di manodopera debole, significativamente vulnerabile, costituita in prevalenza da migranti, troppo spesso irregolari, per questo disposta a percepire bassi salari e a beneficiare di scarse tutele, favorendo la diffusione di pratiche di sfruttamento del lavoro. La ricostruzione e l’analisi critica del quadro giuridico di regolamentazione del lavoro in agricoltura mette in evidenza la necessità di un nuovo modello regolativo che possa invertire, o comunque a correggere un sistemacondizionato dalla grande distribuzione, evidentemente inadeguato e insostenibile. Si indicano così le linee di fondo di una nuova disciplina del lavoro agricolo, che, da un lato, tuteli tutti i soggetti coinvolti nel sistema agroalimentare e agroindustriale, riconoscendo il giusto valore apportato da ciascuno di essi e, dall’altro lato, sappia cogliere, specie a favore delle nuove generazioni, le potenzialità dell’Agricoltura 4.0 relative all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione che stanno interessando il settore, al fine di favorire lo sviluppo di un’agricoltura socialmente sostenibile.
26,00 24,70

Frode alla legge e diritto del lavoro

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 136
19,00 18,05

Tecniche ed ideologie nelle riforme del diritto del lavoro

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: XVII-228
Il “nuovo” predominio delle regole liberali nelle recenti “riforme” del Diritto del lavoro viene solitamente presentato come il superamento del vecchio ed inefficiente modello di regolazione dei rapporti di lavoro che - si dice - sarebbe causa diretta dell’inefficienza delle aziende e della loro non competitività. La flessibilità dei rapporti diviene totalizzante, con l’introduzione di nuove tipologie contrattuali o l’allentamento dei presupposti richiesti a tutela del lavoratore per l’utilizzo di contratti a termine, fino alla riduzione delle tutele in caso di licenziamento illegittimo. L’opera di distruzione dei “vecchi” caposaldi del diritto del lavoro passa per un lavori quasi ventennale e questo spiega l’intervento continuo su alcuni istituti a fronte, anche, di interpretazioni giurisprudenziali non “conformi” agli obiettivi del legislatore (contro)riformatore. D’altra parte, la formulazione della norma in modo prolisso e non sintetico sarebbe giustificata dall’obiettivo di superare l’intervento di un organo amministrativo o giudiziario deputato alla sua interpretazione e per ridurre gli spazi entro i quali la discrezionalità dell’organo deve essere esercitata. Si vorrebbe eliminare così l’incertezza dei soggetti interessati circa l’esito dell’eventuale giudizio. Non vi è chi non veda in tale posizione l’interiorizzazione degli interessi dell’impresa, il suo bisogno di riportare il fattore lavoro ad un elemento di costo, meglio se basso e comunque certamente preventivabile e senza l’alea che discende da meccanismi che pongono a capo dell’azienda la durata del processo in connessione, ovviamente, della retrodatazione degli effetti di una pronuncia che può aversi a distanza di tempo dal provvedimento impugnato. I principali istituti del diritto del lavoro vengono qui esaminati attraverso una precisa analisi tecnica che il più delle volte denota come la scelta del legislatore sia il frutto della sostituzione della ideologia solidaristica con quella “neoliberale”.
26,00 24,70

Ordinamento sindacale democratico. La prospettiva interna

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: XVIII-278
La monografia "Ordinamento sindacale democratico. La prospettiva interna" analizza il tema della democrazia sindacale, in particolare le norme sovranazionali, costituzionali e di diritto privato che disciplinano le relazioni tra iscritto e organizzazione sindacale, tra confederazioni e federazioni, tra strutture centrali e periferiche. L’opera, rivolta a giuristi del lavoro e ai rappresentanti delle parti sociali, approfondisce, anche in chiave comparata, il versante della tutela giurisdizionale dei diritti dei singoli nei confronti dell’associazione e il profilo delle garanzie democratiche per l’associato e per le minoranze: controllo dell’ammissione ed esclusione soci; parità di trattamento per gli iscritti; diritto di partecipazione del singolo; ruolo centrale dell’assemblea; regola della maggioranza (nelle sue plurali articolazioni) e tutela del dissenso; elettività delle cariche; divisione delle competenze tra organi deliberativi ed esecutivi. Il libro esamina il principio costituzionale di democraticità interna alla luce delle prassi e degli statuti sindacali, configurandolo come formula giuridica generale per la produzione di regole sindacali e base di legittimazione per la rappresentanza e la contrattazione. Prefazione di Valerio Speziale.
37,00 35,15

Appalti e lavoro. Volume Vol. 1

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XXV-946
La disciplina degli appalti, specie di quelli pubblici, occupa stabilmente un posto di rilievo nell'agenda del nostro legislatore, impegnato a garantire la trasparenza dell'attività amministrativa e al contempo la concorrenza tra imprese e la libertà di stabilimento, in ossequio ai principi dell'Unione Europea. E infatti, il novellato codice dei contratti pubblici (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50) costituisce attuazione di tre direttive UE del 2014 (nn. 23, 24 e 25). Molte le novità rispetto al codice del 2006 (d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163). Una particolare attenzione viene riservata dal codice alla tutela dei lavoratori impiegati negli appalti attraverso le clausole sociali di prima e di seconda generazione, destinate a garantire le prime il trattamento economico e le seconde la continuità occupazionale di questa ormai vasta categoria di lavoratori, con l'obiettivo di realizzare attraverso la tutela di questi ultimi anche quella della concorrenza tra imprese, evitando fenomeni di dumping sociale. L'analisi del fenomeno e la sua impostazione di fondo si riflettono nel titolo dell'opera "Appalti e lavoro". Alla sua realizzazione hanno concorso studiosi ed esperti delle due discipline che si contendono la materia, il diritto amministrativo e il diritto del lavoro, chiamati ciascuno per le proprie competenze a dialogare tra di loro. Ne è derivato un confronto fecondo e serrato, che si è mantenuto costantemente ancorato al fenomeno e alle molteplici problematiche che esso pone agli operatori del diritto, dando a chi legge la netta sensazione di una riflessione sviluppata stando dentro il fenomeno e non al di fuori. L'opera "Appalti e lavoro" è articolata in due volumi dedicati rispettivamente il primo ai profili pubblicistici e il secondo a quelli più specificatamente lavoristici, ma con continue intersezioni tra gli stessi, specie nel volume primo. I settanta saggi, alla cui redazione hanno contribuito cinquanta esperti, accademici e non, si rivolgono a tutti gli operatori del diritto che si occupano della materia con uno stile chiaro e diretto coniugato a un metodo di analisi rigoroso.
92,00 87,40

Appalti e lavoro. Volume Vol. 2

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XIX-376
La disciplina degli appalti, specie di quelli pubblici, occupa stabilmente un posto di rilievo nell'agenda del nostro legislatore, impegnato a garantire la trasparenza dell'attività amministrativa e al contempo la concorrenza tra imprese e la libertà di stabilimento, in ossequio ai principi dell'Unione Europea. E infatti, il novellato codice dei contratti pubblici (d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50) costituisce attuazione di tre direttive UE del 2014 (nn. 23, 24 e 25). Molte le novità rispetto al codice del 2006 (d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163). Una particolare attenzione viene riservata dal codice alla tutela dei lavoratori impiegati negli appalti attraverso le clausole sociali di prima e di seconda generazione, destinate a garantire le prime il trattamento economico e le seconde la continuità occupazionale di questa ormai vasta categoria di lavoratori, con l'obiettivo di realizzare attraverso la tutela di questi ultimi anche quella della concorrenza tra imprese, evitando fenomeni di dumping sociale. L'analisi del fenomeno e la sua impostazione di fondo si riflettono nel titolo dell'opera "Appalti e lavoro". Alla sua realizzazione hanno concorso studiosi ed esperti delle due discipline che si contendono la materia, il diritto amministrativo e il diritto del lavoro, chiamati ciascuno per le proprie competenze a dialogare tra di loro. Ne è derivato un confronto fecondo e serrato, che si è mantenuto costantemente ancorato al fenomeno e alle molteplici problematiche che esso pone agli operatori del diritto, dando a chi legge la netta sensazione di una riflessione sviluppata stando dentro il fenomeno e non al di fuori. L'opera "Appalti e lavoro" è articolata in due volumi dedicati rispettivamente il primo ai profili pubblicistici e il secondo a quelli più specificatamente lavoristici, ma con continue intersezioni tra gli stessi, specie nel volume primo. I settanta saggi, alla cui redazione hanno contribuito cinquanta esperti, accademici e non, si rivolgono a tutti gli operatori del diritto che si occupano della materia con uno stile chiaro e diretto coniugato a un metodo di analisi rigoroso.
45,00 42,75

27,00 25,65

Lavoro ed esigenze dell'impresa fra diritto sostanziale e processo dopo il Jobs Act

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: XVIII-378
I provvedimenti legislativi emanati fra il 2014 ed il 2015 e che vanno sinteticamente sotto il nome di Jobs Act hanno profondamente inciso sulla disciplina del diritto del lavoro, tanto da porre gli studiosi di fronte ad una ineludibile domanda: in che misura l'overdose regolativa che ha investito la materia ha intaccato le categorie storiche del diritto del lavoro? Il volume raccoglie le risposte a tale interrogativo da parte di studiosi fra i più autorevoli della disciplina (sia di diritto sostanziale che di diritto processuale), che, assecondando le necessità cognitive proprie del diritto, si muovono lungo il filo di un repertorio di parole-chiave, che potrebbero proporsi come un glossario del nuovo secolo. Vengono perciò presi in considerazione gli snodi principali del diritto e del processo del lavoro, fra cui si segnalano: l'inderogabilità delle fonti, il tipo contrattuale, il lavoro autonomo, le mansioni, nel contesto dell'esercizio dei poteri datoriali, i licenziamenti, le garanzie dei diritti. Inoltre, allargando lo sguardo all'organizzazione complessiva del lavoro, il volume dedica altresì uno spazio alle prospettive che sono state aperte intorno al tema della codatorialità dalla legislazione in materia di reti d'impresa. Infine sullo sfondo si agita la questione di una eventuale nuova intonazione dei rapporti fra diritto del lavoro e diritto civile, sulle cui spalle si pretenderebbe oggi di ancorare una strategia difensiva dei diritti dei lavoratori, smarriti nella selva dell"'economicamente corretto". Completano il volume una serie di saggi di processualisti dedicati alle prospettive del processo del lavoro, rispetto al quale l'enfasi della "tutela giurisdizionale differenziata" ha ceduto il passo alle necessità deflattive del contenzioso, con pesanti conseguenze sull'effettività dei diritti garantiti dalle norme giuslavoristiche.
46,00 43,70

I diritti sindacali nell'impresa

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2011
pagine: XIII-239
Sono passati quarantanni dall'entrata in vigore della legge 20 maggio 1970 n. 300, ma ne sono trascorsi quasi sessanta da quando Giuseppe Di Vittorio propose al III Congresso della CGIL, a Napoli nel 1952, l'approvazione di una proposta di "statuto dei diritti dei lavoratori. Al centro della sua proposta vi era la protezione della dignità. Gli intendimenti manifestati in quel lontano congresso del maggior sindacato italiano sono in effetti riflessi nella porzione dello statuto diretta per l'appunto alla tutela della "libertà e dignità dei lavoratori nei luoghi di lavoro. I saggi raccolti in questo volume si occupano di temi all'apparenza lontani: i" diritti sindacali dentro l'impresa, così come regolati dal Titolo III della legge del '70. Con lo statuto si delinea infatti un progetto di protezione del lavoratore, contestualmente, dentro il contratto e dentro l'impresa. Lo statuto ci suggerisce che dentro la fabbrica devono affermarsi i diritti fondamentali del lavoratore ed, insieme, devono potersi esaltare i nessi solidaristici fra gli individui. I saggi raccolti in questo volume si occupano dei temi della democrazia sindacale, così come delineata nello statuto, avendo riguardo sia ai profili della loro regolamentazione sia alle guarentigie per i sindacalisti, quanto al tempo dedicato allo svolgimento dell'attività e quanto alla tradizionale strategia antidiscriminatoria.
24,00 22,80

Dall'inderogabilità alla ragionevolezza

Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2010
pagine: 324
L'inderogabilità è uno di quei concetti attraverso cui è possibile rileggere la traiettoria storica e guardare ora all'orizzonte prossimo del diritto del lavoro, ai profondi cambiamenti che investono la sua stessa identità. Questo libro intende riaffermare l'essenza del diritto del lavoro come diritto diseguale, ma senza cedere alla tentazione di difendere la fortezza assediata con vecchie armi. L'autore organizza il suo discorso con questa precipua finalità. Lo fa guardando al passato, confrontandosi con l'elaborazione giuridica che ha contribuito a fondare l'inderogabilità come principio immanente della legislazione del lavoro. Lo fa guardando al presente, alla crisi dell'inderogabilità, nel quadro di riforme che ne hanno in una certa misura inceppato i meccanismi, di nuovi valori che sembrano prevalere su consolidati paradigmi. Lo fa, infine, pensando alle nuove prospettive, alla riorganizzazione delle fonti e alla ridefinizione dei confini del diritto del lavoro, all'interdipendenza fra ordinamenti. La flessibilità è il terreno sul quale si registrano, per ragioni intuitive, le maggiori tensioni, si sperimentano tecniche di normazione che si distaccano dall'archetipo della "norma inderogabile". Il confronto si sposta nell'ordinamento multilevel, che registra una salda "presa di campo" del formante giurisprudenziale, con le sue tecniche e i suoi modelli culturali.
35,00 33,25

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.